Macerata, un piano per l’acqua. Nuove captazioni e fonti messe in rete

Macerata, un piano per l’acqua. Nuove captazioni e fonti messe in rete
MACERATA Diversificare le fonti di approvvigionamento e interconnettere le reti territoriali. Sono i principali obiettivi cui mira l’Aato 3 di Macerata per invertire la...

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MACERATA Diversificare le fonti di approvvigionamento e interconnettere le reti territoriali. Sono i principali obiettivi cui mira l’Aato 3 di Macerata per invertire la rotta sul fronte della risorsa idrica. Se, infatti, le piogge delle ultime settimane riusciranno a tamponare - almeno per i prossimi mesi - l’emergenza siccità che era stata registrata negli ultimi anni, è però questo il momento di mettere in campo le principali strategie per adeguare il sistema idrico all’andamento che invece sta diventando strutturale. 

 


Le domande

È facile, in questo momento, chiedersi quale sia la situazione dell’approvvigionamento in provincia dopo le alluvioni, ma dopo l’allarme siccità degli ultimi anni è ancora più opportuno domandarsi cosa verrà fatto per riuscire almeno a trasformare l’emergenza maltempo in una risorsa. A questi dubbi risponde il responsabile del servizio tecnico dell’Aato 3, Daniele Nardi. «Bisogna intanto precisare che l’emergenza siccità non è stata registrata solo l’estate scorsa, ma negli ultimi anni. L’eccezione è invece quella che si sta verificando oggi». Una eccezione che potrebbe essere considerata balsamo per le ferite delle sorgenti, sia principali che secondarie. «Le prime non risentono immediatamente di una pioggia abbondante o di un periodo secco, ma evidenziano gli effetti di un periodo pluriennale caratterizzato dalla mancanza di apporti d’acqua. Per le seconde, invece, che negli ultimi anni si erano seccate d’estate, quest’anno avremo meno problemi». 

L’attenzione

Ma questo non significa che non bisogna fare attenzione agli sprechi né tanto meno non pensare a invertire la rotta per il futuro. E proprio su questo fronte l’Aato è già al lavoro sia nel breve che nel lungo periodo. «La risorsa caduta nelle ultime settimane può essere trattenuta solo parzialmente. Il lago di Castreccioni oggi ha raggiunto il livello massimo e ci ha permesso di accumulare risorsa potabile e irrigua, ma questo risponde alla necessità contingente». Per il futuro? «Porteremo avanti gli interventi finanziati grazie all’inserimento della nostra regione nello stato di emergenza idrica richiesto lo scorso anno. Abbiamo una serie di interventi che saranno finanziati e completati entro l’estate 2024 e che consistono nell’interconnettere le reti così da essere in grado di spostare l’acqua dalle fonti più fruttuose a quelle carenti. Poi saranno attivate nuove captazioni: nel corso di questi anni sono stati fatti studi e perforazioni per verificare dove trovare maggiore risorsa». Studi che hanno permesso di scoprire come «a Grottaccia, tra Cingoli e Treia ci sia una buona fonte di approvvigionamento che può essere collegata con quelle già esistente. A Cingoli c’è già una sorgente a valle dell’invaso che normalmente fornisce Cingoli, Apiro e Staffolo ma che nei momenti di magra non riesce a soddisfare il fabbisogno complessivo, così abbiamo chiesto, anche a seguito del dl Siccità di finanziare misure che permettano di potenziare gli approvvigionamenti per essere più sicuri nei momenti di maggiore difficoltà. Per quanto riguarda il sistema della Val Musone che, dall’invaso di Castreccioni arriva fino alla costa, è prevista la realizzazione di un serbatoio, in aggiunta a quello già esistente, per raddoppiare la capacità di accumulo e il potenziamento della potabilizzazione. Riguardo l’invaso, infatti, non è tanto la quantità a preoccuparci, ma la qualità poiché da alcuni anni, periodicamente, si stanno verificando delle fioriture di alga rossa che vanno tenute sotto monitoraggio perché possono rilasciare tossine». Previsti interventi anche per l’approvvigionamento di Montecosaro dove «è stato proposto di riattivare un pozzo già esistente». Connessioni, poi, tra Macerata e Corridonia e previsione di realizzare un nuovo potabilizzatore a valle del lago di Caccamo. Al centro degli obiettivi anche l’incompiuta dell’acquedotto del Nera. «La volontà è quella di far arrivare la linea lungo la valle del Chienti fino a Civitanova, oltre che proseguire lungo la valle del Potenza e fino alla fascia costiera. Tra gli interventi proposti anche quelli inseriti nel Progetto complessivo dell’Anello dei Sibillini che permetterà di mettere in rete le risorse dalla parte del Maceratese fino all’Ascolano permettendo di spostare la risorsa, a seconda delle esigenze, da un bacino idrografico all’altro». 

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Corriere Adriatico