Torna a vivere con il nuovo rene atteso per 3 anni. Lorenzo Ciccioli, dal dramma della dialisi al trapianto: «Grazie ai medici»

Torna a vivere con il nuovo rene atteso per 3 anni. Lorenzo Ciccioli, dal dramma della dialisi al trapianto: «Grazie ai medici»
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PETRIOLO -  Il trapianto aspettato da anni e la felicità di poter tornare a vivere serenamente. È la storia di Lorenzo Ciccioli, 62 anni, di Petriolo che nel 1989 ha perso un rene dopo un infortunio sul lavoro. Passano gli anni e purtroppo Ciccioli subisce anche un’insufficienza renale che lo ha portato nel 2019 alla dialisi.

 


«Da quel giorno è iniziato un calvario - spiega -, tre giorni alla settimana per quattro ore di dialisi che hanno condizionato la mia vita. Poi l’attesa per il trapianto: ero in lista ad Ancona e Bologna, ma nessuno riesce a dirti quando possa arrivare la telefonata e se o quando arriva non si ha molto tempo per pensare, si deve partire immediatamente».

Dopo tre chiamate di riserva, alla quarta ricevuta dal Centro Trapianti di Ancona (sempre di riserva), il 3 maggio scorso è arrivata la titolarità del rene: «Andare in sala trapianti mi ha restituito la serenità e la possibilità di riassaporare ogni momento di quotidianità con la mia famiglia - dice Ciccioli, che ha anche spedito una lettera alle varie strutture sanitarie -, per questo voglio ringraziare il direttore del reparto di Nefrologia, Dialisi e Trapianti di rene dell’Ospedale riuniti di Ancona, il dottor Andrea Ranghino, professionista sempre animato da grande gentilezza e disponibilità con i pazienti. Il mio “grazie” va anche a tutti i dirigenti, al servizio medico che monitora le condizioni dei pazienti a agli infermieri, anch’essi cordiali e professionali. Un doveroso ringraziamento va alle mani dei chirurghi, agli anestesisti e a tutti gli assistenti della sala trapianti». 


«Inoltre - aggiunge Ciccioli -, vorrei ringraziare i Centri Dialisi di Macerata e Tolentino, guidati dal direttore dottor Franco Sopranzi e la sua équipe medica, in particolare il dottor Francesco De Finis. Non ultima, la mia profonda gratitudine va alla famiglia del donatore o della donatrice, così come alla mia famiglia, a tutti i parenti e gli amici che mi hanno sostenuto in questo momento molto delicato della mia vita».

 

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Corriere Adriatico