MACERATA - Il lockdown mette in standby l’attività investigativa locale, ma non gli utenti dei nostri 007 bersagliati dalle telefonate anche durante la quarantena....
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Un dato confermato anche da Daniele Sbrollini de “L’Investigativa” di Porto Potenza Picena. «Durante l’emergenza, sono state quasi sempre le mogli a chiedere di indagare sui mariti sorpresi a chattare furtivamente su Whatsapp. Le signore hanno anche spiato, durante la notte, alcuni messaggi sul telefono del coniuge. Sia a me che al mio collega è stato chiesto di effettuare intercettazioni telefoniche che, per legge, non sono consentite a prescindere dallo stop epidemiologico». Dal racconto di Alessandrini spunta un aneddoto di cui protagonisti sono signori in età matura. «Alcuni 70enni - dice - mi hanno chiesto di rintracciare il domicilio delle ballerine conosciute nei night prima del lockdown. Pure questo tipo di indagine è illegale». Oltre alle richieste più bizzarre emerge anche un dato drammatico svelato da Sbrollini. «Purtroppo - riferisce - ci sono stati casi portati alla mia attenzione da genitori che hanno scoperto la tossicodipendenza dei figli, con età tra i 16 e i 18 anni, durante l’isolamento domiciliare. Realtà che si riuscivano a nascondere prima dello scoppio della pandemia. La mia indagine al riguardo è ricominciata dal 4 maggio scorso (ripartenza ufficiale dell’attività investigativa) e ha confermato i dubbi dei genitori, alcuni dei quali si erano accorti di comportamenti anomali tenuti dai figli durante la convivenza obbligata, altri si erano insospettiti per le uscite frequenti dei loro ragazzi nonostante ci si trovasse nella fase più costrittiva della quarantena». Tra i casi rimasti in sospeso durante il lockdown quelli legati alle separazioni legali tra coniugi con prole e per cui è l’avvocato di una delle parti in causa a chiedere l’indagine suppletiva degli 007. «A separazione avvenuta - è il caso riportato nei dettagli da Alessandrini - alla moglie il giudice aveva concesso di rimanere nella casa coniugale con i figli e vietato di introdurre in casa un altro uomo in presenza della prole. La signora non ha rispettato le disposizioni del giudice e mi è stato conferito un nuovo mandato per avere la prova del comportamento irregolare della donna». Un episodio analogo è quello descritto da Sbrollini e seguito ex novo dopo la quarantena: «Una donna del Maceratese è finita in tribunale per separarsi dal marito dopo che costui aveva scoperto la sua relazione clandestina con un maestro di tennis. L’uomo non poteva frequentare la casa ma durante tutta la durata della quarantena, è rimasto a vivere nell’abitazione». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico