Tirò l’acido alla ex fidanzata in centro, condannato anche per stalking e violenze

Shevalj Ramadani
CIVITANOVA - Prima di aggredirla con l’acido e con un coltello, l’avrebbe perseguitata e costretta a subire violenze sessuali per un anno. Ieri mattina l’uomo,...

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CIVITANOVA - Prima di aggredirla con l’acido e con un coltello, l’avrebbe perseguitata e costretta a subire violenze sessuali per un anno. Ieri mattina l’uomo, Shevalj Ramadani, è stato condannato a cinque anni di reclusione, inoltre dovrà pagare alla ex, che all’epoca lavorava come ballerina in un night, 50.000 euro. Lo ha deciso il giudice dell’udienza preliminare Giovanni Manzoni che ha disposto anche che dopo aver scontato la pena, il 34enne macedone per un anno tenga informati gli organi di polizia sulla propria residenza e su eventuali spostamenti. I fatti vennero alla luce dopo la violenta aggressione del 17 novembre del 2018. Quel pomeriggio Ramadani aveva incontrato la sua ex, Alina Emilia Pavel. I due presero un caffè insieme in un bar, poi scoppiò una discussione, la giovane se ne andò ma fu raggiunta dal macedone che prima le tirò addosso dell’acido (alcune gocce le finirono in un occhio) poi la inseguì sin dentro il ristorante Tonno e Salmone dove le sferrò alcuni fendenti prima di essere bloccato dal proprietario. Dopo quella aggressione la giovane ha raccontato le precedenti violenze subite da quell’uomo. Presentò una denuncia attraverso il suo legale, Oberdan Pantana, raccontando il calvario che fu costretta a subire dopo aver chiuso la sua relazione col macedone: minacce di morte, messaggi continui su Whatsapp, una volta le ruppe il telefono per gelosia. Pavel disse che già una volta lui le aveva sferrato una coltellata sotto al seno. Il macedone è stato giudicato con rito abbreviato. Soddisfazione è stata espressa dal legale di parte civile: «Tutto ciò – ha commentato l’avvocato Pantana –, rende giustizia ad Alina e rappresenta un segnale inequivocabile nei confronti di coloro che vigliaccamente commettono violenza contro una donna pensando di uscirne impuniti».
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Corriere Adriatico