MACERATA - È tornato a vedere la luce del sole (o meglio della luna) ieri sera, poco dopo le 21. «Sto bene, sia fisicamente sia moralmente». Lo ha detto lo...
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Nella tarda serata lo speleologo 41enne di Pollenza è riuscito a risalire e uscire dalla grotta grazie all’aiuto dei volontari del Soccorso Speleologico lombardo e tutti hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Alessandro Cegna, oltre che presidente del Tiro a Segno di Macerata è uno speleologo esperto e aveva deciso di partire venerdì alla volta di Pian del Tivano per effettuare uno studio fotografico e scientifico nella grotta Abisso dei Giganti, una zona ancora poco esplorata. L’uomo, insieme ad altre cinque persone, aveva raggiunto domenica la zona e mentre tre speleologici del gruppo erano usciti in serata, Cegna e altri due compagni avevano deciso di passare la notte lì, a 220 metri di profondità; una decisione presa con tutta probabilità a causa di una distorsione al ginocchio del 41enne di Pollenza e del maltempo che impediva la risalita. La mattina dopo (lunedì, ndr.) è subito scattata la richiesta di soccorso dato che i tre non risalivano e la IX Delegazione Speleologica Lombarda del Cnsas ha dato il via alle ricerche e al recupero degli speleologici rimasti nella grotta di Pian del Tivano.
Uno di loro è riuscito a uscire in modo autonomo mentre Cegna e la speleologa – individuati alle 11 e raggiunti intorno alle 17.30 di lunedì dai soccorritori - sono rimasti nel campo base della grotta per tutta la nottata di lunedì, supportati da nove persone tra cui una infermiera del Cnsas. La donna è riuscita a risalire, grazie all’aiuto dei soccorritori, nel primo pomeriggio di ieri. Ieri mattina Maurizio Cegna, padre di Alessandro, ha raggiunto il pianoro comasco per assistere da vicino alle operazioni di recupero del figlio che si sono protratte per tutta la giornata di ieri. «È quasi in dirittura di arrivo; mancano un centinaio di metri e in serata – salvo complicazioni – dovrebbe uscire – aveva spiegato Maurizio nel tardo pomeriggio -. Noi siamo qui al campo base in attesa che esca. L’ho sentito telefonicamente in mattinata e mi ha detto che sta bene, sia fisicamente sia moralmente nonostante la distorsione al ginocchio che gli ha reso difficile la risalita». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico