MACERATA - Il taglio con i guanti non è di certo comodo ma la felicità dei parrucchieri (e dei clienti) è davvero tanta nel primo giorno di riapertura dopo un...
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«Fare un taglio con i guanti non è di certo comodo e anche lavorare con la mascherina è parecchio difficile ma non possiamo fare altrimenti – racconta Attilio Quagliani della parrucchieria Idols in corso della Repubblica -. Dispiace solo che le clienti invece di entrare in un luogo in cui normalmente dovrebbero rilassarsi e godersi un momento per loro stesse sembrano invece entrare su una scena del crimine e questo mette un po’ di ansia. I costi per poter ripartire sono stati elevati; ho speso mille euro tra camici, dispositivi e segnaletica varia. La speranza è che tutti si comportino bene perché prima usciamo da questa emergenza e prima possiamo tornare a goderci la normalità». «Il virus ha fatto moltissimi danni sia a livello sanitario sia economico – osserva Gastone Cingolani, barbiere in corso Cavour -. Oltre alla costante sanificazione, per me, la cosa più difficile, è lavorare su prenotazione perché prima i clienti venivano senza chiamare. In molti telefonano e mi chiedono cosa devono indossare per venire in negozio; ho deciso personalmente di dotarmi anche di guanti e mascherine nel caso i clienti non li avessero. Certo è tutto molto diverso dal solito ma se tutti ci comportiamo bene molto presto torneremo alla normalità». «È un momento di novità per tutti noi e le procedure di sicurezza dei protocolli sono molto lunghe e tolgono tempo al lavoro ma è un obbligo seguirle – spiega Loretta Genangeli della Parrucchieria Salone Glamour di Macerata in via Zincone e rappresentante Cna parrucchieri -. Le clienti sono molto soddisfatte e si stanno comportando benissimo; non abbiamo nemmeno registrato attese particolari tra un appuntamento e l’altro. Certo non è facile lavorare con le mascherine e con i guanti ma con tanta forza di volontà e con tanta felicità per questa vera e propria rinascita continuiamo ad andare avanti con ottimismo e positività». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico