Il sindaco di Muccia: «Chi ha il Cas o la Sae non ha fretta di sistemare la propria abitazione»

Il sindaco di Muccia: «Chi ha il Cas o la Sae non ha fretta di sistemare la propria abitazione»
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MUCCIA «C’è gente che dopo sette anni deve ancora presentare il progetto per ricostruire. C’è chi prende dai 600 ai 1.300 euro di Contributo di autonoma sistemazione (Cas), a seconda della composizione del nucleo familiare, e chi preferisce restare nelle Soluzioni abitative di emergenza (Sae) piuttosto che tornare nella propria abitazione. Situazioni come queste non incentivano a presentare rapidamente i progetti di ricostruzione delle case, ma si attende l’ultimo giorno disponibile, rallentando così il processo di ricostruzione». A parlare è Mario Baroni, sindaco di Muccia, Comune che ha avuto oltre il 90% di edifici danneggiati. 

 

«Capisco che le mie sono parole forti, che sicuramente non piaceranno a molti, ma è evidente la differenza con il terremoto del ‘97, in cui il Contributo di autonoma sistemazione venne erogato per tre anni. Qui ormai siamo a sette e secondo me c’è chi se la prende comoda proprio perché ha la sicurezza di avere un’entrata come il Cas. Ci sono persone che non hanno presentato progetti perché finché durerà il Cas non hanno fretta di farlo. Io non sono un politico, ma un amministratore e questo uso improprio dei soldi pubblici mi da fastidio. Come amministrazione comunale combattiamo ogni giorno per trovare fondi per i progetti. Abbiamo subito aumenti per il costo dell’energia, del gas, facciamo fatica a far quadrare i conti, i soldi pubblici vanno gestiti in modo oculato».

Tra l’altro l’impatto temporale del Cas riguarda anche chi ha iniziato i lavori per la ricostruzione della propria abitazione e per cause diverse si trova con il cantiere fermo. «Nel periodo con più sfollati a Muccia venivano erogati 100mila euro di Cas al mese, adesso sono 55mila. Il mio Comune continua a perdere residenti, al momento siamo 810, c’è chi non tornerà più qui se continua a passare il tempo.

Per la ricostruzione privata sono stati presentati solo il 35% dei progetti su un totale di 850 edifici danneggiati, mentre i cantieri conclusi riguardano circa il 15% del totale». Il punto sulla ricostruzione pubblica: «Dovrebbero essere emanate le ordinanze speciali per il municipio, palazzo Paparelli e Lami. Abbiamo affidato la progettazione per il palazzo Spinabello e il teatro. Dobbiamo accelerare il più possibile la ricostruzione, in modo da evitare lo spopolamento, altrimenti se passa troppo tempo si rischia che sempre più persone scelgano di non tornare». A Muccia, nonostante siano partiti una serie di cantieri, alcuni si sono fermati a causa del forte aumento dei prezzi dei materiali e della carenza di manodopera. La presenza delle gru però è un segno di buon auspicio per una ricostruzione ormai stabilmente avviata».

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Corriere Adriatico