Uno dei giovani in vacanza in Grecia: «Ora siamo additati come untori, una cattiveria inconcepibile»

Un tampone per la verifica della positività al Coronavirus
MORROVALLE - Una gogna pubblica che non ci stanno ad accettare supinamente i 34 ragazzi rientrati la scorsa settimana dalla Grecia portando con sé quattro casi di...

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MORROVALLE - Una gogna pubblica che non ci stanno ad accettare supinamente i 34 ragazzi rientrati la scorsa settimana dalla Grecia portando con sé quattro casi di Coronavirus. È uno del gruppo, diciannovenne di Montelupone, a raccontare la sua verità. «Sui social addirittura gira una foto con i cerchietti rossi sui volti dei positivi, una malignità che non riesco a capire – spiega il giovane monteluponese –, abbiamo fatto tutto rispettando le leggi e veniamo additati come untori. Non ce lo meritiamo noi e non se lo meritano i nostri genitori».


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L’amarezza è palpabile nelle parole del ragazzo, che insieme ad altri due concittadini e a 30 morrovallesi avevano pianificato già da un anno il viaggio a Corfù che avrebbe rappresentato per loro la festa di fine superiori.
«Siamo un grande gruppo di amici, siamo sparsi tra varie scuole del Maceratese ma ci eravamo dati questo appuntamento per dopo la maturità – racconta il ragazzo, attualmente in isolamento ma negativo al test per il Covid-19 –. Avevamo prenotato il viaggio un anno fa e a dicembre pagato una caparra. Poi è esplosa l’emergenza, sapevamo che c’era il rischio di non partire. Ma a giugno l’agenzia di viaggi dalla quale eravamo passati per l’organizzazione del viaggio ci ha dato l’ok e quindi siamo partiti senza problemi».
L’imbarco ad Ancona per salire sul traghetto, poi dopo 16 ore di traversata l’arrivo alla celebre isola greca. «Lì non c’erano distanziamenti, né l’obbligo della mascherina se non nei supermercati – continua il giovane –, solo i camerieri e i dipendenti delle attività commerciali le indossano, per cui noi ci siamo adeguati. Abbiamo pensato a divertirci e anche se qualcuno si era sentito poco bene non ci abbiamo fatto troppo caso: pensavamo fosse la stanchezza dopo una settimana di mare, sole e discoteche».
Sabato scorso, al rientro, un paio di ragazzi avevano la febbre e da qui è scattata la corsa ai tamponi. «Alcuni di noi sono usciti – conferma il monteluponese – un ragazzo è stato a una festa, mentre altri hanno fatto un giro a Civitanova ma senza frequentare locali o altro. Alcuni però stavano poco bene e allora hanno prenotato i tamponi a Villa Pini per lunedì. Nel pomeriggio abbiamo saputo del primo positivo e da lì è partito tutto. Tutti siamo subito rimasti a casa, rispettando le norme».

Ad ora i casi accertati restano quattro, due ragazzi e due ragazze. Mercoledì l’Asur farà a tutti il secondo tampone, ma intanto i giovani restano ovviamente in isolamento domiciliare, come le loro famiglie. 
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Corriere Adriatico