Il grido di allarme del sindaco: «Le sette stanno mettendo radici. Segnali inquietanti dal territorio»

Sempre più diffuse le sette nel territorio
MONTELUPONE - Pericolo sette, il sindaco Rolando Pecora lancia l’allarme. «Un problema per la nostra comunità? Ci sono segnali di allarme». La domanda...

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MONTELUPONE - Pericolo sette, il sindaco Rolando Pecora lancia l’allarme. «Un problema per la nostra comunità? Ci sono segnali di allarme». La domanda è retorica e il primo cittadino, attraverso un post diffuso tramite il suo profilo Facebook, si interroga sulla questione. 


 
«Non tutte le sette sono sataniche, ma tutte sono diaboliche perché separano l’individuo da se stesso, dal suo ambiente vitale, dai suoi cari, dalla vita, dal lavoro, ha spiegato don Aldo Bonaiuto, responsabile del Servizio Antisette della Comunità Papa Giovanni XXIII – ha scritto il sindaco - Il fenomeno delle sette è in aumento in Italia. È un problema serio che distruggendo l’individuo, arriva a minare anche l’integrità della comunità. È necessario il massimo dell’attenzione per evitarlo. È un tumore subdolo che può essere sconfitto solo se affrontato in maniera radicale, e come tale deve essere aggredito da tutto “l’organismo”, da tutta la comunità: non si può permettere che si sviluppi nel nascosto di qualche organo perché poi genererà metastasi che stroncheranno quell’organismo»
Secondo il primo cittadino ci sono segnali di allarme nel territorio. Come «tutti i tumori che non riescono a nascondersi e finiscono per far trasparire qualche segno della loro presenza, anche alle sette qualche segnale sfugge.  Magari si vestono da frati o monaci, si danno nomi di luce o amore, ma nascondono le turpitudini  più indicibili. Spesso, quando la comunità/organismo le riconosce, si trasferiscono, magari in piccoli comuni come il nostro. Qui approfittano delle persone più deboli per infiltrarsi nel tessuto sociale. Qualche famiglia addirittura gli affida i figli.  Credo e auspico – ha concluso il sindaco - che la nostra comunità debba essere pronta ad affrontare il problema. Ne ho già parlato con le Istituzioni preposte, ma deve essere l’organismo/comunità ad affrontare in prima persona questa peste».
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Corriere Adriatico