Montecosaro, spacca una bottiglia addosso alla compagna, lei si rifugia a casa dei vicini

Maltrattamenti
MONTECOSARO - Un giorno al culmine di un litigio le aveva spaccato una bottiglia di vetro sulla schiena, tanto che lei era fuggita trovando rifugio in casa del vicino. Altre...

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MONTECOSARO - Un giorno al culmine di un litigio le aveva spaccato una bottiglia di vetro sulla schiena, tanto che lei era fuggita trovando rifugio in casa del vicino. Altre volte, davanti agli occhi terrorizzati della figlia della compagna, di soli nove anni, l’aveva presa e aveva tentato di buttarla dal balcone. Ma l’incubo non sarebbe finito neppure dopo l’allontanamento di lei dalla casa in cui vivevano: lui avrebbe continuato a perseguitarla con telefonate e messaggi su vari social, da Whatsapp fino a Facebook.

Ieri un 39enne che vive a Montecosaro è stato rinviato a giudizio dal gup Giovanni Manzoni. La procura – il pm d’udienza era Margherita Brunelli – gli contesta i reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, stalking e la detenzione illegittima di due armi da sparo.
 


Le violenze sarebbero iniziate nel 2016 con intimidazioni, minacce di morte e i tentativi di buttarla dal balcone e sarebbero andate avanti fino a pochi giorni dopo Natale del 2018 quando l’ennesima discussione finì con il tavolo da cucina rovesciato a terra insieme alle sedie e il 39enne che avrebbe preso piatti e bottiglie e li avrebbe scagliati contro le pareti. Con una bottiglia di vetro, poi, l’uomo avrebbe colpito la compagna sulla schiena. È stato allora che la donna ha preso la figlia e si è rifugiata in una Casa di emergenza per donne vittime di violenza. Nel corso della convivenza la donna sarebbe stata costretta anche a subire atti sessuali contro la sua volontà. Ma non solo. Dopo la fuga della donna, quando a gennaio di quest’anno i carabinieri hanno effettuato accertamenti sul 39enne, gli hanno trovato due pistole inizialmente a limitata capacità offensiva, ma entrambe erano state modificate in modo da diventare vere e proprie armi da sparo. Nel frattempo il montecosarese avrebbe continuato a perseguitare la donna anche dopo il suo allontanamento con telefonate e messaggi anche intimidatori. Ieri il rinvio a giudizio. L’imputato, difeso dall’avvocato Sante Monti, infatti, non ha scelto riti alternativi, il processo si aprirà il prossimo 11 maggio dinanzi al tribunale in composizione collegiale. La ex compagna è parte civile con l’avvocato Maria Cristina Ascenzo del foro di Ancona. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico