MONTECOSARO - Un giorno al culmine di un litigio le aveva spaccato una bottiglia di vetro sulla schiena, tanto che lei era fuggita trovando rifugio in casa del vicino. Altre...
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Ieri un 39enne che vive a Montecosaro è stato rinviato a giudizio dal gup Giovanni Manzoni. La procura – il pm d’udienza era Margherita Brunelli – gli contesta i reati di maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale, stalking e la detenzione illegittima di due armi da sparo.
Le violenze sarebbero iniziate nel 2016 con intimidazioni, minacce di morte e i tentativi di buttarla dal balcone e sarebbero andate avanti fino a pochi giorni dopo Natale del 2018 quando l’ennesima discussione finì con il tavolo da cucina rovesciato a terra insieme alle sedie e il 39enne che avrebbe preso piatti e bottiglie e li avrebbe scagliati contro le pareti. Con una bottiglia di vetro, poi, l’uomo avrebbe colpito la compagna sulla schiena. È stato allora che la donna ha preso la figlia e si è rifugiata in una Casa di emergenza per donne vittime di violenza. Nel corso della convivenza la donna sarebbe stata costretta anche a subire atti sessuali contro la sua volontà. Ma non solo. Dopo la fuga della donna, quando a gennaio di quest’anno i carabinieri hanno effettuato accertamenti sul 39enne, gli hanno trovato due pistole inizialmente a limitata capacità offensiva, ma entrambe erano state modificate in modo da diventare vere e proprie armi da sparo. Nel frattempo il montecosarese avrebbe continuato a perseguitare la donna anche dopo il suo allontanamento con telefonate e messaggi anche intimidatori. Ieri il rinvio a giudizio. L’imputato, difeso dall’avvocato Sante Monti, infatti, non ha scelto riti alternativi, il processo si aprirà il prossimo 11 maggio dinanzi al tribunale in composizione collegiale. La ex compagna è parte civile con l’avvocato Maria Cristina Ascenzo del foro di Ancona. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico