Maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale. Giovane marito finisce sotto processo

Il tribunale di Macerata
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MONTE SAN GIUSTO - «Mi ha costretta a subire atti sessuali nonostante non volessi». Marito accusato dalla moglie di maltrattamenti aggravati e violenza sessuale. La difesa: «Accuse infondate, è stata lei a inviare su Whatsapp foto di nudità femminili e scene di rapporti sessuali al mio assistito». Ieri l’avvocato Simone Santoro ha chiesto e ottenuto dal gup Claudio Bonifazi di procedere con rito abbreviato e l’udienza è stata rinviata al prossimo 10 novembre per la discussione. È una vicenda ancora tutta da chiarire quella finita ieri all’attenzione del giudice Bonifazi e del pm Margherita Brunelli e che vede imputato un impiegato di 25 anni di Monte San Giusto. 

 
I fatti contestati sarebbero avvenuti tra gennaio del 2018 e settembre del 2019. In base a quanto ricostruito dalla procura a seguito della denuncia presentata della donna, il 25enne avrebbe in più occasioni maltrattato la giovane moglie anche davanti alla loro figlia minorenne sia verbalmente sia fisicamente. Verbalmente l’avrebbe denigrata e sminuita come donna, madre e moglie, fisicamente invece l’avrebbe aggredita e percossa costringendola a vivere in uno stato di continua tensione e prostrazione psicologica. Poi, l’avrebbe costretta a subire atti sessuali nonostante avesse manifestato il proprio dissenso. 


Diversa è la versione del marito. Per la difesa il giovane non avrebbe mai vessato la moglie né le avrebbe impedito di svolgere attività sportive, culturali, di svago o di uscire con le amiche, piuttosto l’avrebbe invitata più volte a cercarsi un lavoro, anche part time, per contribuire alle spese di gestione familiare. Ancora, l’imputato nega ci fossero state discussioni in presenza della figlia. Per quanto riguarda invece le accuse di violenza sessuale, nella memoria difensiva, sono stati riportati i messaggi che la moglie avrebbe inviato al marito ad esempio a novembre 2018 in cui lei avrebbe mandato al coniuge foto di nudità femminili e scene di rapporti sessuali. «Sembra quantomeno incompatibile come una donna possa mandare questo tipo di messaggi per poi dichiarare di essere stata vittima di violenza sessuale dal proprio coniuge», ha evidenziato il legale. A novembre la discussione.

 

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Corriere Adriatico