Ladri in convento rubano contanti, devastate le porte delle celle. Le suore a messa, i soldi servivano per le bollette

Ladri in convento rubano contanti, devastate le porte delle celle: il colpo messo a segno quando le suore erano a messa
MONTE SAN GIUSTO  - Dei ladri senza cuore quelli che hanno colpito nella serata di lunedì nel monastero delle Suore Benedettine, in via Garibaldi. I malviventi,...

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MONTE SAN GIUSTO  - Dei ladri senza cuore quelli che hanno colpito nella serata di lunedì nel monastero delle Suore Benedettine, in via Garibaldi. I malviventi, approfittando del fatto che le dieci suore del convento in quel momento erano a messa, si sono introdotti all’interno dell’edificio e hanno portato via qualche centinaio di euro, soldi che erano stati messi da parte per il pagamento di una bolletta.

 

Non contenti, visto il magro bottino, hanno provato a forzare praticamente tutte le porte delle celle delle suore e, come ovvio, non hanno trovato nulla da portare via.Come spessissimo accade in fatti come questo, sono i danni il vero problema: porte e serrature sono state danneggiate irreparabilmente, con costi ben superiori ai soldi trafugati effettivamente dai ladri. Per questo è scattata subito una gara di solidarietà a raccogliere fondi per fornire un aiuto concreto alle suore, che ovviamente non vivono negli agi e nel lusso. Il Centro Destra Sangiustese si è voluto fare promotore dell’iniziativa e ha lanciato un annuncio dalla sua pagina Facebook per convogliare quante più risorse possibili. 


La storia delle suore benedettine sangiustesi è assai particolare. Al momento sono una decina quelle che vivono nella struttura nel cuore del centro storico, tutte di origine nigeriana, arrivate in città tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio per integrare il nucleo delle suore italiane, ormai ridotto a pochissime unità. 
Da quando, nel 2015, è morta anche la badessa suor Maria Luisa Persichini al monastero sono rimaste solo le suore arrivate dalla Nigeria. Vivono ritirate e in preghiera per gran parte del giorno, ma possiedono anche un piccolo appezzamento di terra poco fuori città. Una storia di integrazione che fa di questa realtà un unicum molto particolare.

 

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Corriere Adriatico