Macerata, sposini derubati di tutto Il viaggio alle Hawaii diventa un incubo

Macerata, sposini derubati di tutto Il viaggio alle Hawaii diventa un incubo
MACERATA - Il viaggio di nozze si trasforma in un’odissea. L’incubo è iniziato alle Hawaii e alla fine, senza documenti,...

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MACERATA - Il viaggio di nozze si trasforma in un’odissea.


L’incubo è iniziato alle Hawaii e alla fine, senza documenti, cellulari e carte di credito, tornano a casa provati ma con la ricchezza di aver incontrato persone di rara generosità.

Gli sfortunati protagonisti del viaggio “da incubo” sono un artigiano trentenne e un’impiegata di 26 anni, residenti in due comuni del maceratese. I due si sono sposati il 3 ottobre scorso. Tre giorni dopo sono partiti in luna di miele: direzione New York.

Il soggiorno nella Grande Mela è andato alla perfezione tra foto, abbracci e tanto amore. L’idillio è continuato a Las Vegas per proseguire a Santa Maria, San Francisco, Santa Barbara, e dopo una notte a Los Angeles finalmente nelle Hawaii a Honolulu. A tre giorni dalla partenza, il 21 ottobre, l’incubo. La coppia decide di fare il tour North Shore.

“Arrivati in spiaggia - racconta il neo sposo - dovevamo scegliere se fare bici o snorkeling. Purtroppo abbiamo scelto la seconda. Dopo mezz’ora di nuotata siamo tornati ed è stato il panico totale, non c’erano più i nostri zaini”.

Dentro c’erano passaporti, documenti, cellulari, 180 dollari, carte di credito, bancomat e la reflex “con cui avevamo fatto tutte le foto del viaggio. Siamo andati in un chioschetto che era al di là della strada e hanno chiamato il 911. Quando è arrivata la polizia abbiamo fatto la denuncia. Per fortuna un signore americano che stava mangiando e ha visto la scena ci ha donato 60 dollari, così mi sono potuto comprare almeno le ciabatte e ci siamo presi qualcosa da mangiare al supermercato. Una coppia ci ha dato il cellulare e ho chiamato papà (in Italia era mezzanotte) per bloccare le carte. Gli è preso quasi un infarto”.

Da lì un lungo calvario durato altri quattro giorni. “All’hotel la sera ci hanno offerto la cena. Fortunatamente in camera avevo tenuto una carta ricaricabile in caso di emergenza e questo ci ha quasi salvato”. Ma non dalle disavventure. Andati al consolato italiano “abbiamo girato quattro piani senza trovare qualcuno che parlasse l'italiano. Il responsabile era fuori, gli abbiamo lasciato due messaggi sulla segreteria ma non si è fatto sentire”.


Dopo tre giorni trascorsi tra due aeroporti e continue perquisizioni finalmente il volo per Roma. “Il viaggio di nozze non lo dimenticheremo. E alle Hawaii non torneremo più sicuramente”. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico