Calci, pugni e schiaffi alla compagna: un 34enne indagato per maltrattamenti

Ancora un caso di violenze sulle donne
MACERATA - «Se non mi sposi non ti faccio rivedere più tua figlia», poi calci, pugni e schiaffi. Le violenze fisiche, dopo, sarebbero sfociate anche in abusi...

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MACERATA - «Se non mi sposi non ti faccio rivedere più tua figlia», poi calci, pugni e schiaffi. Le violenze fisiche, dopo, sarebbero sfociate anche in abusi sessuali. L’incubo raccontato da una donna di 26 anni all’autorità giudiziaria sarebbe durato circa tre anni, dal 2017 allo scorso anno, poi la decisione di denunciare quello che nel frattempo era diventato suo marito. L’uomo, il 2 febbraio del prossimo anno comparirà davanti al giudice dell’udienza preliminare Claudio Bonifazi: è accusato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravati. 

 

 
 
Dopo la denuncia della 26enne, il pubblico ministero Rosanna Buccini ha aperto un fascicolo e disposto ulteriori accertamenti per ricostruire i fatti. I maltrattamenti, dunque, sarebbero iniziati nel 2017 quando la donna (di nove anni più giovane) aveva raggiunto l’allora compagno (all’epoca lui aveva 30 anni) a Civitanova e lì avevano iniziato a convivere. Ma sin dall’inizio quella coabitazione sarebbe stata travagliata: circa tre anni dopo la giovane ha riferito che il compagno, connazionale di origine romena, spesso quando era sotto l’effetto di alcol la offendeva e minacciava: «Devi essere la mia serva, sei una …», «devi morire con un cancro», arrivando a picchiarla con schiaffi, calci e pugni. La giovane sarebbe stata picchiata anche quando era incinta della loro figlia.

Poi, quando un giorno lei scoprì che il compagno aveva una relazione con un’altra donna, lui reagì picchiandola brutalmente. E dopo la nascita della bambina le cose non sarebbero andate meglio. Secondo l’accusa il romeno avrebbe costretto la compagna a sposarlo minacciandola che altrimenti non avrebbe più rivisto la figlia, poi ancora schiaffi e pugni, una volta avrebbe colpito anche la piccola con schiaffi, spinte e prese per i capelli.



Secondo la ricostruzione accusatoria il marito avrebbe costretto la moglie ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà, fatti, questi, che gli sono costati anche la contestazione del reato di violenza sessuale aggravata. Dopo la chiusura delle indagini preliminari il pubblico ministero Buccini ha chiesto il rinvio a giudizio e il gip ha fissato l’udienza preliminare a carico dell’uomo. Il procedimento finirà all’attenzione del giudice il 2 febbraio del prossimo anno. L’uomo è difeso dall’avvocato Roberto Greci.
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Corriere Adriatico