Estorsione per un debito di droga, due in manette. La vittima va dalla polizia e incastra un pugliese e una maceratese

Il materiale sequestrato dalla polizia
MACERATA - Minacciata con una pistola e picchiata per un debito di droga, la vittima va dalla polizia e incastra i suoi estorsori. Entrambi, un pugliese di 42 anni e una...

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MACERATA - Minacciata con una pistola e picchiata per un debito di droga, la vittima va dalla polizia e incastra i suoi estorsori. Entrambi, un pugliese di 42 anni e una maceratese di 20, sono finiti in manette, al termine delle attività di rito lui è stato condotto al carcere di Montacuto ad Ancona, lei a casa ai domiciliari.

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L’avvio
L’indagine condotta dagli agenti della Squadra Mobile diretta dal commissario capo Matteo Luconi e coordinata dal pubblico ministero Enrico Riccioni, era partita alcuni giorni fa dopo che tre persone si erano rivolte alla polizia e avevano riferito di essere state minacciate per ottenere il pagamento di pregressi debiti di droga.

In particolare una delle vittime, un abituale consumatore di cocaina, aveva detto di essere stato minacciato e malmenato da due persone, sarebbe stato picchiato anche con armi improprie, e contro di lui era stata usata una replica di pistola apparentemente uguale a quelle in uso alle forze dell’ordine.

L’uomo si era detto disposto a incastrare i suoi estorsori e, su indicazioni della polizia, si era reso disponibile a effettuare una cosiddetta “consegna controllata”, ovvero aveva concordato con il pugliese giorno, ora e luogo per incontrarsi e consegnare la somma richiesta.

L’appuntamento era stato fissato per giovedì scorso alle 15.30 al piazzale Vittime del terrorismo, lungo via Cincinelli. Sul posto c’erano tutti, il 42enne, la vittima, la 20enne poco distante, e vicino a loro in abiti civili i poliziotti che monitoravano la scena. La vittima ha consegnato mille euro, una somma inferiore a quella che il presunto estorsore gli avrebbe chiesto, e una volta avvenuto il passaggio dei soldi, gli agenti sono intervenuti. 


La reazione
Da quanto emerso la giovane si sarebbe accorta della presenza della polizia e si sarebbe allontanata, è stata raggiunta nel bagno di un bar lì vicino. Per gli inquirenti sarebbe la complice del pugliese perché avrebbe partecipato sia alle attività pregresse di costrizione sia perché era presente sul luogo dove è avvenuta la consegna del denaro.

Il pugliese è stato perquisito, nascosti negli slip aveva 0,5 grammi di cocaina mentre nell’auto usata dai due per arrivare al piazzale sono stati trovati: la scacciacani senza tappo rosso, che per gli inquirenti sarebbe stata utilizzata per minacciare le vittime, nascosta nel sedile lato guida; cinque proiettili veri calibro 9x21; un coltello lungo 32 centimetri; un porta-distintivo con placca in metallo con scritto “Polizia privata”; un cacciavite; un’asta in metallo e un cellulare. 


Il materiale
Ma in macchina c’era anche materiale solitamente usato per il confezionamento della droga: dosatori, forbici, due bilancini elettronici di precisione e ritagli di cellophane. A casa di lui, in camera da letto, sono state trovate due scatole contenenti munizionamento per pistola.

Il 42enne, già noto per reati inerenti lo spaccio di droga, riduzione in schiavitù e porto abusivo di armi, è finito in carcere a Montacuto ed è difeso dall’avvocato Maria Cristina Ottavianoni, mentre la 20enne, gravata da pregiudizi di polizia per reati contro la persona, è ai domiciliari ed è difesa dall’avvocato Gabriele Cofanelli. La perquisizione a casa della giovane ha dato esito negativo.

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Corriere Adriatico