Macerata, è convinta che lui abbia l'amante e lo tormenta: moglie di un imprenditore a giudizio per stalking

«Un imprenditore vittima di stalking». La moglie ingegnere rinviata a giudizio
MACERATA - Stalking al marito nella convinzione che avesse un’amante, 40enne a giudizio per atti persecutori. Ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare Claudio...

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MACERATA - Stalking al marito nella convinzione che avesse un’amante, 40enne a giudizio per atti persecutori. Ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare Claudio Bonifazi ha rinviato a giudizio l’imputata, il processo a suo carico si aprirà il 17 ottobre davanti al giudice Andrea Belli. I fatti contestati sarebbero avvenuti in un comune dell’entroterra maceratese nel 2020 quando la donna, che lavora come ingegnere, avrebbe iniziato a sospettare un tradimento da parte del coniuge. 

 

All’epoca il marito, imprenditore, si era dovuto allontanare da casa per assistere i propri familiari che avevano contratto il Covid-19, ma lei avrebbe avuto il sospetto che in realtà si trattasse di una scusa. Per questo motivo una mattina alle 6 avrebbe raggiunto casa dei suoceri e citofonato per controllare se effettivamente il marito fosse lì. Il mese successivo lo avrebbe chiamato ripetutamente per chiedergli dove e con chi fosse, accusandolo di essere cambiato a causa di una relazione extraconiugale e chiedendogli più soldi di quanti lui versava già mensilmente. Sempre secondo l’accusa (ieri rappresentata in aula dal pubblico ministero Stefania Ciccioli) lei lo avrebbe minacciato di lasciare il lavoro e di rivolgersi a un avvocato così lui avrebbe dovuto mantenere i figli minorenni. Un giorno la 40enne si sarebbe presentata sul luogo di lavoro del marito urlando che lui aveva rovinato la famiglia per poi aggirarsi nell’immobile alla ricerca di una sua amante. Il giorno successivo la 40enne sarebbe tornata nell’azienda del marito insieme ai figli, ma quando il coniuge le aveva detto che sarebbe stato con i minori la settimana successiva lei avrebbe reagito prendendolo a calci e pugni e urlandogli: «Io ti ammazzo. Io ti massacro. Ti devi vergognare di aver abbandonato i figli». Qualche mese dopo, dopo che l’imprenditore aveva riportato i minori a casa al termine di una passeggiata, la donna avrebbe iniziato a urlare e a umiliare il marito. Ieri, dunque, il rinvio a giudizio. L’imputata, che respinge ogni addebito, è difesa dall’avvocato Paolo Rossi, ieri sostituito in aula dalla collega Cristina Servi, mentre l’imprenditore è tutelato dall’avvocato Simona Nasso.

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Corriere Adriatico