MACERATA - La storia finisce e lui la perseguita. Telefonate a qualsiasi ora, messaggi pieni di insulti e di minacce, poi i pedinamenti anche al mare dove lei andava con le...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Tutto sarebbe iniziato a gennaio di quest’anno quando la donna, di 45 anni, stanca di portare avanti un rapporto ormai logoro, aveva deciso di chiudere la relazione. Ma lui, invece di rassegnarsi a quella decisione, avrebbe iniziato a perseguitarla. Prima con messaggi sulla piattaforma Messenger di Facebook, poi con messaggi di testo sul cellulare e continue chiamate a qualsiasi ora.
La donna era riuscita a bloccarlo su quasi tutti i social, ma non su tutti. I messaggi andavano dall’offensivo al minatorio, lui l’accusava di aver avuto relazioni con altri uomini: «Augurati che non abbia malattie di nessun genere – le aveva scritto un giorno – perché ne pagheresti le conseguenze, credimi, non ho più nulla da perdere, meriteresti una dura lezione, le paghi tutte presto o tardi».
Poi però la donna aveva iniziato a temere non solo per la propria incolumità ma anche per quella del figlio: «L’idea era quella di colpirti, bene dove e come farlo», una minaccia talmente ampia che aveva gettato la ex nel terrore. Era stato per questo motivo che si era rivolta all’autorità giudiziaria.
Tutelata dall’avvocato Sandro Pugliese, agli inquirenti aveva riferito di essere stata seguita anche in spiaggia, nello stabilimento balneare dove lui sapeva che la ex era con le amiche.
Nei confronti del 42enne era stato emesso anche il divieto di avvicinamento e da quel momento gli atti persecutori sarebbero finiti. L’uomo, difeso dall’avvocato Fabrizio Cesetti, è stato anche sentito dagli inquirenti. Di recente il pubblico ministero Rosanna Buccini ha chiesto il giudizio immediato. Il processo si aprirà il 2 dicembre.
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico