La polizia trova hashish e marijuana, due fratelli finiscono in manette per spaccio

Un controllo della polizia
MACERATA - Spaccio di droga, due fratelli camerunensi in manette. Il più grande, di 28 anni, è stato fermato martedì pomeriggio in provincia di Ancona dagli...

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MACERATA - Spaccio di droga, due fratelli camerunensi in manette. Il più grande, di 28 anni, è stato fermato martedì pomeriggio in provincia di Ancona dagli agenti del commissariato di Osimo che gli hanno trovato addosso circa 100 grammi di hashish. Arrestato, per lui è in corso il procedimento al Tribunale di Ancona. Dopo l’arresto però i poliziotti hanno effettuato anche una perquisizione nell’abitazione in via Maffeo Pantaleoni a Macerata in cui il 28enne vive col fratello di 22 anni.

 

 

Gli agenti hanno cercato ovunque, trovando sia marijuana sia hashish sia materiale per pesare la droga e suddividerla in dosi: nel soggiorno, in due cassetti di un mobile, sono state trovate tre buste contenenti complessivamente 36,5 grammi di marijuana, in cucina una bilancia elettronica di precisione e vicino un coltello con residui di stupefacente sulla lama. Nella camera da letto usata dal 22enne, invece, all’interno di un paio di scarpe da tennis c’erano 145,6 grammi di hashish, sul comodino uno spinello e nel cassetto 305 euro in banconote per lo più da 20 euro.

Arrestato anche il fratello più piccolo, su disposizione del pubblico ministero di turno Vincenzo Carusi, è stato posto ai domiciliari in attesa del processo per direttissima fissato per l’indomani. E ieri l’extracomunitario è stato condotto in Tribunale a Macerata. Difeso dall’avvocato Domenico Biasco, il 22enne si è avvalso della facoltà di non rispondere, il giudice Daniela Bellesi ha quindi convalidato l’arresto e accolto il patteggiamento a un anno di reclusione, pena sospesa, concordato con il pubblico ministero Francesca D’Arienzo. Il giovane è quindi tornato in liberà, il giudice ha poi disposto la restituzione dei 305 euro che i poliziotti avevano sequestrato al termine dei controlli perché ritenuti provento di spaccio.

 

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Corriere Adriatico