I carabinieri forestali sequestrano un impianto di smaltimento delle macerie del terremoto e 200mila euro: 31 persone nei guai

Un cumulo di macerie dopo il terremoto
MACERATA - Sequestrati impianto e area in cui opera un ditta sita nel Comune di Macerata operante nel settore del recupero dei rifiuti non pericolosi, comprese le macerie del...

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MACERATA - Sequestrati impianto e area in cui opera un ditta sita nel Comune di Macerata operante nel settore del recupero dei rifiuti non pericolosi, comprese le macerie del sisma. Il provvedimento cautelare, è stato eseguito dai carabinieri Forestali del Nipaaf (Nucleo investigativo di polizia ambientale, agroalimentare e forestale) di Macerata insieme ai militari delle Stazioni Forestale di Macerata e Abbadia di Fiastra in base a una misura disposta dal gip di Ancona nell'ambito di un'indagine per attività organizzata legata al traffico illecito di rifiuti, iniziata nel 2018, dal pm Paolo Gubinelli della Dda di Ancona. I militari hanno anche proceduto al sequestro per equivalente di denaro o altri beni per circa 193.800 euro con blocco dei conti correnti bancari e beni immobili e finalizzato alla confisca, quale ingiusto profitto derivante dall'illecito traffico. Dalle indagini, iniziate sulla gestione dei rifiuti nella fase di ricostruzione post-sisma e in particolare sulle macerie, sarebbe emerso un «ampio disegno criminoso ad opera della Ditta in questione, volto a ottenere un ingiusto profitto dalla illecita gestione di maggiori quantità di rifiuti o dalla gestione non autorizzata di rifiuti, dal risparmio illecito sui costi per recupero, smaltimento e trasporto, mettendo in atto ripetute e organizzate violazioni di legge, in maniera continuativa e organizzata». Nell'ambito dell'inchiesta deferite 31 persone per reati che vanno dalla gestione illecita, truffa, subappalti non autorizzati: tra queste, oltre le ditte interessate, 23 responsabili legali di aziende dedite a lavori edili/movimenti terra, due direttori dei lavori, un funzionario pubblico responsabile del procedimento e tre proprietari e committenti dei lavori, residenti per la maggior parte in Provincia di Macerata ma anche al di fuori della stessa e delle Marche.

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Corriere Adriatico