Macerata, diossina dal rogo Orim Ma con il Cosmari andò peggio

Il rogo alla Orim di Piediripa di Macerata
MACERATA - Pubblicati dall’Arpam i risultati delle analisi relative ad aria, acqua e alimenti dopo l’incendio che ha coinvolto lo stabilimento della Orim, a Piediripa,...

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MACERATA - Pubblicati dall’Arpam i risultati delle analisi relative ad aria, acqua e alimenti dopo l’incendio che ha coinvolto lo stabilimento della Orim, a Piediripa, il 6 luglio scorso. Valori che, nel caso dell’aria, affermano l’emissione anche di diossine per 1.94 picogrammi per metro cubo, risultato poi dimezzatosi già nei campionamenti del giorno seguente fino a scendere a 0,10 nei rilevamenti tra il 14 e il 15 luglio. 

«Per capire la portata di questi numeri bisogna confrontarli con altri eventi simili in realtà paragonabili - ha affermato il direttore dell’Arpam, Tristano Leoni -, come ad esempio l’incendio di Pomezia dello scorso anno o quello avvenuto al Cosmari nel 2015». Nel primo caso, l’allerta raggiunse il valore di circa 77 picogrammi per metro cubo, mentre nel secondo si superarono le centinaia. «Altro elemento da considerare rispetto all’aria è quello rappresentato dagli Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa) - ha aggiunto Leoni -, dove la sostanza più pericolosa per la salute è il Benzoapirene». Rispetto alle diossine, in questo caso esiste un valore medio di riferimento, ovvero il limite di un nanogrammo: «Durante l’incendio abbiamo rilevato un valore pari a 0,67 nanogrammi - ha continuato il direttore Arpam -, sceso a 0,03 il 15 luglio».  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico