Macerata, imbrattato il bar Maracuja Il titolare: «I motivi sono politici»

Roberto Buratti
MACERATA - Un «atto vandalico a sfondo politico». Lo ha definito così Roberto Buratti, gestore del Maracuja Cafè, l’imbrattamento fatto nella notte...

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MACERATA - Un «atto vandalico a sfondo politico». Lo ha definito così Roberto Buratti, gestore del Maracuja Cafè, l’imbrattamento fatto nella notte ai danni del suo locale.

Approfittando del buio, infatti, ignoti hanno apposto scritte “Antifà” sulla porta d’ingresso e sui muri del centralissimo locale maceratese. L’acronimo che sta per “azione antifascista” è stato vergato approfittando della chiusura estiva del bar che ha abbassato le saracinesche lo scorso 4 agosto per rialzarle in occasione della festa di San Giuliano. «È chiaramente un atto vandalico a sfondo politico fatto dalle nuove leve che non sanno neppure cos’è la politica», si è sfogato Buratti, titolare della Brp Eventi che oltre al Maracuja gestisce anche il Pepe Nero a Porto Sant’Elpidio.
«Lo hanno fatto - ha poi aggiunto il gestore - per via della mia immagine di persona di estrema destra. Quello che però non sanno è che dall’attivismo sono fuori da 15 anni, ora il mio attivismo è lavorare per arrivare a fine mese. Naturalmente della mia immagine sono strafiero».
Ieri mattina Buratti ha già provveduto a far cancellare le scritte dai muri, anche se con difficoltà. Adesso c’è da accertare se le telecamere che si trovano nella zona abbiano registrato gli autori degli atti vandalici. Il Maracuja Cafè, infatti, si trova in piazza Vittorio Veneto proprio sotto la caserma dei carabinieri (il cui ingresso principale però è nella via parallela).

«È stato sicuramente un piccolo atto provocatorio, ma sono abituato. Accetto la provocazione e vado avanti, devono ringraziare solo che non li ho scoperti - ha continuato Buratti -. Infatti lo hanno fatto quando il locale era chiuso. È stata una goliardata, ma è un peccato, e lo dico senza far polemica, che Macerata, che è una delle città più belle, abbia una piazza che è diventata un centro sociale all’aperto. Che poi ho parecchi amici dei centri sociali, di quelli storici. Vengono a prendere l’aperitivo da me, andiamo a cena insieme. Le idee politiche sono una cosa, la vita privata ne è un’altra. Ma chi ha fatto quelle scritte stanotte, non sono gli attivisti storici, sono le nuove leve che non sanno neanche cos’è la politica. Ripeto, mi dispiace solo non averli colti sul fatto. Per quel che mi riguarda continuo a fare il mio lavoro». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico