La proposta di Tritarelli: «Utilizziamo le Sae rimaste vuote per ospitare gli operai dei cantieri»

Maurizio Tritarelli
MACERATA - Mancanza di manodopera per la ricostruzione post-sisma nella zona dell’entroterra maceratese: per non utilizzare le Sae rimaste vuote per ospitare gli operai?...

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MACERATA - Mancanza di manodopera per la ricostruzione post-sisma nella zona dell’entroterra maceratese: per non utilizzare le Sae rimaste vuote per ospitare gli operai? E’ la proposta che arriva da Cna Macerata che da mesi denuncia la paradossale situazione in cui versa il mercato del lavoro. Nonostante l’alto tasso di disoccupazione soprattutto giovanile, per le imprese è pressoché impossibile trovare manodopera sia specializzata che generica.

 

Tante sono state le cause additate per questo particolare problema congiunturale ma ora arriva anche una soluzione, prospettata dal presidente Maurizio Tritarelli per l’area del cratere sismico. L’idea è quella di poter mettere a disposizione delle imprese le Sae: «Come Cna Macerata stiamo avviando collaborazioni con le scuole del territorio per facilitare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro ma è indubbio che, nel breve periodo, occorrerà far tesoro della forza lavoro attualmente attiva nelle diverse imprese. Per le nostre imprese impegnate nella ricostruzione post-sisma – prosegue Tritarelli - per agevolare il loro lavoro sul territorio e, ove necessario ed urgente, proponiamo di mettere a disposizione delle maestranze le Sae, le Soluzioni Abitative di Emergenza utilizzate per ospitare alcune famiglie nella prima fase post-sisma, che si stanno liberando».

Per il presidente Cna questa sarebbe una mossa molto importante per aumentare l’efficienza delle imprese impegnate nella ricostruzione: «Non penso solo a quelle del settore edile ma anche per chi si sta occupando dell’impiantistica, degli infissi e di tutti gli interventi previsti dal Bonus 110%». L’appello è rivolto quindi alla Regione Marche: «Valutatela perché è una possibilità già prevista in una Ordinanza del capo della Protezione civile. Sarebbe utile innanzitutto capire – conclude Tritarelli - quante ne sono ad oggi disponibili e cominciare a preveder dei protocolli snelli per la loro gestione e assegnazione».

 

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Corriere Adriatico