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MACERATA - Perseguita la ex arrivando a farle oltre 200 chiamate in un giorno, poi la ricatta «sottoscrivi una liberatoria con cui rinunci a intraprendere azioni legali nei miei confronti o divulgo le foto intime di tua figlia (di 14 anni, ndr)». Quarantacinquenne condannato a due anni e due mesi di reclusione.
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Le motivazioni
Nelle motivazioni il gup evidenzia che l’imputato: «Ha inviato un numero impressionante di messaggi, che definire offensivi è riduttivo, umilianti e osceni, espressione di una violenza e un odio che mettono spavento, oltre ad averla tempestata di telefonate, anche oltre 200 al giorno».
L’ex avrebbe iniziato a perseguitarla con innumerevoli chiamate e messaggi dal contenuto offensivo e minaccioso, sarebbe arrivato anche a chiamare l’ex marito di lei per denigrarla. Non solo. L’avrebbe minacciata di diffondere foto di loro due in momenti di intimità, per poi spingersi oltre. Dopo la rottura del rapporto si era riappropriato dell’iPhone che aveva prestato alla figlia minorenne della donna e su quel telefono avrebbe trovato foto intime dell’adolescente, a quel punto, dopo avergliene inviata una su Whatsapp sarebbe scattato il ricatto: la liberatoria o la divulgazione delle foto intime di tua figlia.
Accusato di stalking, accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti (revenge porn) e tentata estorsione, in fase di udienza preliminare l’imputato tramite il legale Matteo Zelli aveva chiesto di procedere con rito abbreviato. Il pm aveva chiesto, previa riqualificazione del reato di tentata estorsione in violenza privata, la condanna a quattro anni.
Il gup Francesca De Palma lo ha invece assolto dal reato di accesso abusivo ad un sistema informatico e condannato per tutti gli altri reati contestati, a due anni e due mesi di reclusione, più 1.200 euro di multa, più una provvisionale di 5.000 euro ciascuna alla ex e alla figlia, parti civili con gli avvocati Alessio Matarazzi e Nicoletta Corneli.
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