Macerata, il cardiologo Brambatti lascia l’Ast con due anni d’anticipo: «Per me è un dispiacere»

Il cardiologo Brambatti lascia l’Ast con due anni d’anticipo: «Per me è un dispiacere»
MACERATA Il cardiologo Raul Brambatti è ai saluti: dalla fine del prossimo febbraio non sarà più al lavoro per l’Azienda sanitaria territoriale di...

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MACERATA Il cardiologo Raul Brambatti è ai saluti: dalla fine del prossimo febbraio non sarà più al lavoro per l’Azienda sanitaria territoriale di Macerata per effetto delle dimissioni che sono state presentate con due anni di anticipo rispetto alla scadenza naturale. Grande il clamore per la scelta appena ufficializzata dello specialista maceratese, noto anche per essere stato negli anni Novanta consigliere comunale del Partito socialista.  

Intanto il ripristino dell’albo pretorio dell’Ast permette di verificare l’andamento dei servizi sanitari in base alle determine. A fronte delle carenze di posti in organico, c’è l’assunzione per la Medicina trasfusionale di una vincitrice di concorso, si tratta della dottoressa Giuseppina Urbano. Due medici escono per effetto del ricorso alla mobilità: un cardiologo, Paolo Testarmata, va a Fermo ed una patologa clinica, Pascaline Nguiekom Timeu, va ad Ancona. 
Brambatti uscirà di scena a fine febbraio, dietro sua richiesta, con un anticipo di due anni rispetto alla data limite. Raul Brambatti lavora da decenni a Tolentino (negli anni Novanta è stato consigliere comunale a Macerata per i socialisti) ed ha un contratto a 28 ore, non il massimo consentito nelle strutture pubbliche.

L'anticipo

Ora, il fatto che un cardiologo se ne vada in anticipo da una struttura pubblica che paga il doppio, il triplo o il quadruplo (rispetto a un dipendente) i pensionati che è costretta a chiamare per coprire i buchi o quelli che mandano le coop, appare singolare. Osserva il dottor Raul Brambatti: «Sarei rimasto con un contratto a 38 ore, ma mi hanno detto che non avevano ore disponibili. Mi dispiace perché avevamo creato negli anni un sistema perfetto. Purtroppo dopo l’uscita del direttore generale Alessandro Maccioni e il pensionamento di Lorenzetti è mancata una vera attenzione alla specialistica ambulatoriale».

 

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Corriere Adriatico