Macerata, a settembre il processo d'Appello a Traini per il raid razzista

Luca Traini a palazzo di giustizia
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MACERATA - Tra tre mesi Luca Traini saprà se la sua pena verrà ridotta o confermata. Il giovane tolentinate che il prossimo 21 luglio compirà 30 anni, lo scorso 3 ottobre è stato condannato a 12 anni di reclusione per aver commesso una strage a sfondo razziale. Il raid punitivo era stato messo in atto il 3 febbraio 2018 dopo che in radio aveva sentito i particolari raccapriccianti del delitto di Pamela Mastropietro ad opera di Innocent Oseghale.

Sparò nei confronti di persone di colore che camminavano per Macerata ferendone sei e gettò nel terrore un’intera città. Dopo il giudizio di primo grado, l’avvocato Giancarlo Giulianelli ha presentato ricorso ed ora è stata fissata l’udienza per il secondo grado di giudizio: il processo dinanzi ai giudici della Corte d’Assise d’Appello di Ancona sarà celebrato il 26 settembre.
Sono tre i punti sui quali verterà la discussione del legale: la riqualificazione del reato di strage, «il reato non esiste – ha affermato –, si può parlare di uno, al massimo due tentati omicidi, le altre al mio avviso sono configurabili in lesioni»; il riconoscimento di una capacità di volere grandemente scemata al momento del fatto e l’insussistenza dell’aggravante dell’odio razziale. «Non ha mai sparato alle persone di colore in quanto tali – ha aggiunto Giulianelli –, lo ha fatto perché lui ce l’aveva con i pusher e riteneva che a Macerata gli spacciatori fossero tutti di colore».
Intanto c’è un’altra data che Traini attende: il 12 luglio la Cassazione si pronuncerà sulla possibilità di modificare la misura cautelare concedendo gli arresti domiciliari. «Continuo a pensare che non sia pericoloso, in questo lungo periodo ha usufruito delle cure mediche e il braccialetto elettronico è idoneo alla tutela delle esigenze cautelari», ha concluso l’avvocato. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico