Macerata, pugni in faccia a compagna e figlia: respinta la richiesta di patteggiamento del primario

Macerata, pugni in faccia a compagna e figlia: respinta la richiesta di patteggiamento del primario
MACERATA - Aveva preso a pugni la compagna e la figlia al volto. Per chiudere in fretta la vicenda aveva chiesto un patteggiamento, ma dopo neanche due mesi, aveva di nuovo alzato...

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MACERATA - Aveva preso a pugni la compagna e la figlia al volto. Per chiudere in fretta la vicenda aveva chiesto un patteggiamento, ma dopo neanche due mesi, aveva di nuovo alzato le mani contro la compagna. Ieri mattina il giudice ha rigettato la richiesta avanzata da un primario. Se in futuro chiederà ancora il patteggiamento, la pena dovrà essere per forza più alta.

È finito ieri all’attenzione del gup del Tribunale di Macerata, Giovanni Manzoni, il procedimento penale a carico di un primario 60enne che lavora in un ospedale della provincia. L’uomo, lo scorso ottobre, era finito agli arresti domiciliari col braccialetto elettronico per aver picchiato la compagna. Ma le violenze erano iniziate già diversi mesi prima, secondo il pm Rosanna Buccini – titolare del fascicolo – dal 2018.

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Per il sostituto procuratore, il medico in più di un’occasione avrebbe picchiato la compagna tanto da farla finire in ospedale. A giugno dello scorso anno due volte, la prima dopo che lui l’aveva presa a pugni in faccia e allo stomaco, la seconda dopo che l’aveva colpita con diversi pugni alla schiena e con uno l’aveva raggiunta al viso. Le prognosi stabilite dal medico del pronto soccorso furono di dieci e di cinque giorni. Secondo l’accusa più volte il primario, al culmine della lite, avrebbe tentato di strangolare la compagna, anche davanti agli occhi terrorizzati della figlia e puntualmente, quando lei gli diceva che voleva chiudere una volta per tutte quella relazione, lui avrebbe reagito picchiandola con ferocia. In una di queste occasioni il medico aveva colpito al volto con un pugno la figlia. L’ultima violenza sarebbe avvenuta ad agosto del 2018. Poi scattò la denuncia. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico