Nuovo ospedale di Macerata, si fa sul serio: 16 le proposte per il progetto

Nuovo ospedale, ora si fa sul serio: sono 16 le proposte per il progetto
MACERATA Avanza l’iter per la realizzazione del nuovo ospedale di Macerata. Dopo un parto particolarmente travagliato, si passa ora ai passi concreti. Lo scorso febbraio era...

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MACERATA Avanza l’iter per la realizzazione del nuovo ospedale di Macerata. Dopo un parto particolarmente travagliato, si passa ora ai passi concreti. Lo scorso febbraio era stato pubblicato sulla Gazzetta europea il bando di gara per la progettazione della struttura alla Pieve. E ora un nuovo, importantissimo step. La novità di giornata è che sono 16 le proposte progettuali presentate; le prossime fasi saranno quelle della nomina della commissione, il parere dell’Anac sui nomi e la procedura selettiva.

 

L’iter

«Questo sarà uno degli ospedali più moderni a livello nazionale», aveva sottolineato con orgoglio l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini. E dunque avere 16 proposte progettuali sarà veramente importante ai fini di una corretta selezione.

La Regione sta spingendo sull’acceleratore per fornire al territorio maceratese una struttura di cui ha estremamente bisogno. Il valore dell’appalto è di circa 16 milioni. La stima per la realizzazione dell’opera è invece di circa 185 milioni di euro: è prevista la realizzazione di 379 posti letto ampliabili a 434 immediatamente attivabili - si legge nel bando di gara - in caso di eventi emergenziali.

La struttura sarà realizzata in un’area di circa tredici ettari. Le linee di indirizzo allegate al bando dicono: «Degenze, sale operatorie, laboratori, ambulatori, servizi speciali di diagnosi e cura saranno il più possibile centralizzati e utilizzabili da molteplici professionalità, fatte salve ovviamente le situazioni per le quali specifiche e inderogabili necessità indichino di riservare una particolare risorsa a una specifica branca specialistica. Il nuovo ospedale dovrà essere caratterizzato dalla massima flessibilità raggiungibile, che dovrà essere sia strutturale che impiantistica. In quest’ottica sarà possibile operare riconfigurazioni delle aree di degenza e trasformazioni delle stesse in aree di degenza diurna, di terapia intensiva o in aree ad elevato contenuto tecnologico, che si dovessero rendere necessarie lungo il ciclo di vita delle opere».

 

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Corriere Adriatico