Macerata, picchia una giovane e poi la violenta, un marocchino condannato a 5 anni di reclusione

Picchia una giovane e poi la violenta, un marocchino condannato a 5 anni di reclusione
MACERATA - Avrebbe costretto una giovane di 20 anni a subire rapporti sessuali, condannato a cinque anni di reclusione. Sentito in aula un testimone che avrebbe confermato di aver...

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MACERATA - Avrebbe costretto una giovane di 20 anni a subire rapporti sessuali, condannato a cinque anni di reclusione. Sentito in aula un testimone che avrebbe confermato di aver visto la giovane nuda chiedere aiuto. I fatti contestati a un marocchino che oggi ha 41 anni risalgono a dieci anni fa.

 

Era il 22 febbraio del 2013 quando a Civitanova l’uomo avrebbe colpito con schiaffi e pugni in diverse parti del corpo una connazionale, poi l’avrebbe afferrata con forza per i capelli costringendola ad entrare in camera da letto dove sarebbero avvenuti gli abusi. 


La giovane dopo le violenze aveva denunciato il connazionale sul quale si erano concentrate le indagini della Procura. Una volta eseguiti tutti gli accertamenti del caso, il pubblico ministero aveva chiesto il rinvio a giudizio dell’extracomunitario per violenza sessuale. Ieri i giudici in composizione collegiale (presidente Roberto Evangelisti) hanno sentito un testimone, un extracomunitario che da qualche tempo aveva ospitato in casa il marocchino. Il teste, amico della persona offesa, ha ricordato che la notte in cui erano successi i fatti era in camera sua e stava dormendo, a un certo punto aveva sentito delle urla provenire dalla camera occupata dal marocchino, non aveva ancora fatto in tempo a capire cosa stesse succedendo quando la giovane aveva aperto la porta della sua camera ed era entrata. Era completamente nuda e si era buttata su di lui abbracciandolo e chiedendogli aiuto. In quel momento era entrato il marocchino che aveva afferrato la 20enne per i capelli e l’aveva riportata in camera da letto. Dopo circa 10 minuti il giovane si era alzato ed era uscito dalla camera quando aveva sentito l’amica salutare e andare via. Questo è quanto riferito all’epoca ai carabinieri e quanto, fondamentalmente, raccontato ieri in aula. Poi la discussione. I giudici all’esito della camera di consiglio hanno condannato l’imputato a cinque anni di reclusione. L’imputato dovrà risarcire la donna, parte civile con l’avvocato Olindo Dionisi (ieri sostituito in aula dal collega Emanuele Urbani) con 8.000 euro. Una volta depositate e lette le motivazioni della sentenza, l’imputato potrà decidere, tramite il suo legale, l’avvocato Andrea Bracalente, se presentare ricorso in Appello. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico