Sequestrati 5 siti internet che proponevano la vendita on line di articoli contraffatti

Sequestrati 5 siti internet che proponevano la vendita on line di articoli contraffatti
MACERATA - Operazione della Compagnia di Macerata che, a conclusione di complesse indagini di polizia giudiziaria, ha effettuato il sequestro di 5 siti web utilizzati per la...

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MACERATA - Operazione della Compagnia di Macerata che, a conclusione di complesse indagini di polizia giudiziaria, ha effettuato il sequestro di 5 siti web utilizzati per la vendita on line di capi di abbigliamento ed accessori recanti marchi contraffatti di prestigiose case della moda, nazionali e internazionali, in esecuzione di un provvedimento emesso dal G.I.P. del Tribunale di Macerata – Dott. Domenico Potetti – su richiesta del Procuratore della Repubblica – Dott. Giovanni Giorgio – in corso di notificazione a circa 70 Internet Service Provider, ai fini del loro oscuramento.

L’attività, che trae origine dall’analogo servizio concluso a dicembre dell’anno 2019, quando, sempre su delega del Procuratore della Repubblica di Macerata, vennero oscurati ben 98 siti internet, si è estrinsecata attraverso la ricognizione di numerosi siti di vendita di prodotti on line, tra i quali il primo ad incuriosire e a destare sospetti nei militari operanti è stato quello con dominio “www.tribunalemarsala.it”, come a voler certificare la genuinità di prodotti venduti, ingenerando la convinzione nei potenziali acquirenti che poteva trattarsi di merce proveniente da possibili fallimenti.

L’indagine si è quindi sostanziata in una serie di approfondimenti, tesi a verificare l’autenticità dei prodotti commercializzati, corroborati anche dall’interessamento sia dei titolari dei marchi licenziatari o delle società che li tutelano sul territorio nazionale che di consulenti in possesso delle necessarie competenze tecniche.

Gli accertamenti si sono rivelati complessi anche in ragione del fatto che i gestori dei siti avevano artatamente collocato all'estero gli indirizzi I.P. (Internet Protocol Address), nell'intento di sviare e rendere maggiormente difficoltosa l'attività di polizia giudiziaria.

Inoltre, venivano utilizzate immagini riprese dai siti ufficiali di alcuni famosi brand nazionali ed esteri (Golden Goose-GGDB, Moncler, Hogan e Pinko), mentre gli articoli erano posti in vendita a prezzi non eccessivamente inferiori a quelli ufficiali di mercato, in modo da non insospettire i potenziali acquirenti.

I siti sono risultati registrati in Germania, Cina, Francia, Stati Uniti e Paesi Bassi. Negli stessi Stati erano altresì allocati i server ospitanti le inserzioni di vendita dei prodotti. 

Enorme l’illecito giro d’affari stroncato, atteso che ogni sito, al suo interno, proponeva la vendita di prodotti di ogni tipo, acquistabili per diverse taglie e quantità.

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Corriere Adriatico