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MACERATA - Minaccia di sfregiare sia lei sia la figlia con l’acido, in un’occasione le frattura un dito, in un’altra le provoca una frattura alle costole. Pasticcere a processo per stalking e lesioni. Si è aperto ieri in Tribunale a Macerata davanti al giudice Andrea Belli e al pubblico ministero Raffaela Zuccarini il processo a carico di un pasticciere 41enne di un comune dell’entroterra.
I fatti contestati risalgono ad alcuni anni fa, dal 2017 al 2022, i due si erano conosciuti per motivi di lavoro, lei era stata assunta da lui e dopo qualche tempo tra loro era nata una relazione sentimentale.
Era agosto del 2020 quando la donna gli avrebbe detto per l’ennesima volta di voler lasciare il lavoro ma lui l’avrebbe aggredita impedendole di uscire dalla stanza in cui si trovava. Circa un anno dopo altre discussioni e altre violenze. Nel 2022 però le aggressioni e le minacce si sarebbero fatte ancora più pesanti: a febbraio il pasticcere l’avrebbe minacciata di darle fuoco a casa, ad aprile in un’occasione l’avrebbe avvertita che l’avrebbe sfigurata con l’acido, in un’altra le aveva inviato una foto con tre taniche con la scritta “acido muriatico” e il riferimento di utilizzarle verso i figli.
Poi, dopo circa due settimane, un altro messaggio tremendo: «Tu fai un passo falso e uso l’acido contro tua figlia, te lo giuro». Accusato di stalking e lesioni (il fascicolo è del pubblico ministero Rosanna Buccini) ieri si è aperto il processo a carico del pasticcere, l’ex compagna si è costituita parte civile con l’avvocato Lorella Ricciardi.
«Il mio cliente – ha dichiarato a margine dell’udienza l’avvocato Paolo Giustozzi –, onesto e stimatissimo imprenditore leader del suo settore, contesta di aver commesso fatti penalmente rilevanti. La querela si riferisce a vicende da contestualizzare nell’ambito dei rapporti lavorativi intercorsi tra le parti. Le prove ammesse dal giudice faranno luce su questi aspetti». La prossima udienza è stata fissata al 21 novembre quando saranno sentiti la parte civile e quattro testimoni dell’accusa.
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