Pamela, sesso per la droga dopo la fuga dalla comunità

Pamela, sesso per la droga dopo la fuga dalla comunità
MACERATA - Un rapporto sessuale consumato in fretta in un garage per racimolare soldi sufficienti per comprare una dose di eroina. Nella zona d’ombra delle ultime ore di...

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MACERATA - Un rapporto sessuale consumato in fretta in un garage per racimolare soldi sufficienti per comprare una dose di eroina. Nella zona d’ombra delle ultime ore di vita di Pamela non ci sono solo spacciatori: subito dopo la fuga dalla comunità di recupero Pars, ricostruiscono gli inquirenti, c’è anche un cinquantenne di Mogliano con cui pattuisce lo scambio. L’uomo la porta in un garage, zona Ippodromo, a Corridonia, comune limitrofo, dove - su una coperta stesa sul pavimento - si consuma il rapporto. 


Il cinquantenne ieri pomeriggio si trovava nella sua abitazione, nelle campagne di Mogliano. Stava dando da mangiare agli animali da cortile. Tuta da meccanico, barba lunga. All’arrivo dei cronisti si blocca. «Cosa volete?», esclama. E quando gli viene spiegato il motivo della presenza, sbianca. Sembra non trattenere l’emozione e dice: «È atroce, è atroce. Non posso parlare. Lasciamo lavorare i carabinieri, non ho nulla da dire». Alla domanda, «La notte dorme?», risponde: «Non bestemmiare». Per il resto inutile insistere, dopo un po’ sale in auto e va via. L’uomo, poche ore dopo il ritrovamento dei trolley con dentro i pezzi del corpo di Pamela, era stato portato in caserma a Macerata ma è risultato estraneo al fatto di sangue. I carabinieri erano risaliti alla sua auto tramite i filmati di alcune telecamere poste lungo il tragitto. I Ris nel garage hanno sequestrato la coperta e le cicche di sigarette di lei. 


Il moglianese è diventato uno dei testimoni chiave dell’inchiesta. Ha ammesso cosa era successo e ha parlato del rapporto consumato per 50 euro, spiegando che erano stati insieme fino a verso le 18. «Poi l’ho accompagnata alla stazione di Piediripa e non l’ho più vista», ha detto agli inquirenti. A questo punto, nella ricostruzione della procura, c’è un vuoto. Si avranno notizie di Pamela Mastropietro solo il mattino seguente, dalle 9.30. La diciottenne è alla stazione ferroviaria e un tassista peruviano, per sette euro, la accompagna ai giardini Diaz. È qui che la ragazza incontra il nigeriano Innocent Oseghale. Lei gli chiede eroina, ma lui risponde che ha solo hashish ma sa come procurarsi droga più pesante. Insieme vanno vicino allo stadio dei Pini, dove c’è un pusher suo connazionale (ora indagato per spaccio) che le vende 30 euro di eroina. Verso le 11 le telecamere di una farmacia riprendono Pamela mentre compra una siringa. E il tassista peruviano, che si trovava lì per caso, dopo un po’ vede la ragazza insieme a Oseghale mentre camminano verso la casa di quest’ultimo. La sua segnalazione al 112 - dopo aver appreso sul web la notizia della tragedia - si rivelerà decisiva. In serata i carabinieri trovano tracce di sangue nell’appartamento di via Spalato e lo straniero finisce in manette.  Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico