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MACERATA - Il futuro della nuova Valpotenza prende forma grazie a due diverse linee di intervento che dai prossimi mesi andranno avanti di pari passo per dare alla vallata una infrastruttura capace di rilanciare l’intera economia provinciale. Da un lato il progetto che riguarda l’asse viario, dall’altro la messa in sicurezza del fiume Potenza con la realizzazione di un percorso ciclopedonale che costeggia il corso d’acqua. Due lati della stessa moneta lanciata durante l’ultimo tavolo di confronto al Ministero dei trasporti dove il viceministro Edoardo Rixi ha incontrato il presidente della Provincia Sandro Parcaroli, il vice con delega alle infrastrutture Luca Buldorini e i rappresentanti delle associazioni di categoria.
La proposta
Un incontro da cui appunto è emersa la proposta dei vertici della Provincia di intervenire su due filoni anche in base alla disponibilità dei fondi del Pnrr per la messa in sicurezza e quelli disponibili dal 2028 per la realizzazione dell’infrastruttura vera e propria.
Gli step
Questo step vedrà protagonista la Regione, tramite il Genio civile responsabile della messa in sicurezza dal punto di vista idrogeologico, che potrà programmare l’intervento per cogliere l’opportunità del Pnrr. Sarebbe quindi il primo lavoro propedeutico per la realizzazione della strada. Allo stato attuale, infatti, il Piano di assetto idrogeologico non permetterebbe la realizzazione della strada a ridosso del fiume, poiché le caratteristiche della messa in sicurezza non rispondono a quelle richieste. Senza il lavoro sugli argini e la realizzazione di una pista ciclopedonale, quindi, il tracciato dovrebbe attraversare diversi terreni senza tener conto del percorso del fiume. La messa in sicurezza del corso d’acqua, invece, permetterà ai tecnici di rivedere il tracciato complanare al fiume e interessare i terreni solo in maniera marginale rispetto a quanto era stato prospettato in un primo momento. Una proposta, dunque, che non solo garantirebbe un minor consumo di suolo, ma renderebbe stabile anche la microeconomia di quella zona che, in una successiva programmazione urbanistica, acquisirebbe un valore aggiunto rispetto a quello attuale. Con la nascita del nuovo Centro fiere, infatti, non è esclusa la necessità di far sorgere in zona ulteriori servizi ricettivi e infrastrutture. Linee tracciate, quindi, ora l’obiettivo è quello di passare ai fatti.
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Corriere Adriatico