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MACERATA - Morde alla testa la compagna al culmine di una discussione, durante un altro litigio prende un badile e glielo scaglia su un piede, ma le aggressioni nel giro di tre anni sarebbero state molte di più e talmente gravi da spingere ieri il pubblico ministero a concludere la requisitoria con una richiesta di condanna a sei anni e quattro mesi nei confronti dell’imputato, un 24enne di un comune dell’Alto Maceratese accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Il giudice lo ha invece condannato a tre anni e mezzo di reclusione.
Le aggressioni sarebbero avvenute tra il 2017 e il 2020, all’epoca la giovane, una 27enne di fuori regione si era trasferita nel Maceratese ed era andata a convivere col 24enne, la convivenza era stata però segnata da numerosi litigi, lui in più occasioni le avrebbe afferrato le braccia stringendole così forte da provocarle ecchimosi, oppure l’avrebbe fatta cadere a terra per poi colpirla con calci e schiaffi.
Nonostante questo lei era rimasta con lui, evitando di dire in ospedale le vere cause delle lesioni. A maggio dello scorso anno sempre con una spinta le aveva fatto sbattere la faccia contro un muro, il colpo le aveva provocato vertigini e una lieve ipoacusia, terzo accesso in ospedale e 20 giorni di prognosi. Tre mesi dopo al culmine dell’ennesimo litigio lui le diede un morso sulla testa, per la quarta volta la 27enne finì in ospedale dove le fu riscontrata l’escoriazione al cuoio capelluto dovuto da un morso, cinque giorni di prognosi.
Il pm Enrico Barbieri, al termine degli accertamenti, ha chiuso le indagini chiedendo il rinvio a giudizio del 24enne. Ieri in aula il collega Vincenzo Carusi ha sostenuto la gravità delle condotte e chiesto la condanna a sei anni e quattro mesi. Il giudice Claudio Bonifazi ha condannato il 27enne a tre anni e mezzo. In aula c’era il difensore, la giovane ha scelto di non costituirsi parte civile.
Corriere Adriatico