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MACERATA - Grave patologia cardiaca e scompensi epatici. Non ce l’ha fatta Matteo Marchegiani, il meccanico di 43 anni che è morto ieri mattina al pronto soccorso dell’ospedale di Macerata. L’uomo era molto noto nel capoluogo e non solo per la sua officina di auto in via Ghino Valenti. A spiegare quanto accaduto durante i suoi ultimi momenti di vita è Daniela Corsi, sub commissario sanitario dell’Ast.
«Come direzione ci siamo attivati immediatamente per capire come fossero andate le cose e abbiamo chiesto una relazione al direttore dell’Unità operativa complessa di Cardiologia di Macerata, Mario Luzi.
Nel corso della visita, la dottoressa che lo ha visitato gli ha riscontrato gravi e alterati valori a livello epatico. Per questo motivo, la dottoressa ha redatto un referto in cui spiegava che il paziente non poteva essere rimandato a casa e indicava il ricovero in Medicina interna, non in Cardiologia. Proprio perché in quel momento la gravità delle sue condizioni riguardava lo scompenso epatico e non cardiaco».
Secondo il protocollo però, per essere ricoverato in Medicina interna è necessario un ulteriore passaggio. «In questo caso, quando è necessario il ricovero per i pazienti che vengono dall’esterno, prima devono passare dal pronto soccorso. Al pronto soccorso - specifica Corsi - il paziente è stato seguito e tenuto sotto controllo, ma la situazione era molto complessa e quanto si è verificato successivamente sarebbe successo anche se il paziente si fosse trovato in reparto. Lo scompenso epatico era molto grave e il suo decesso non è legato al fatto che non sia stato ricoverato subito in reparto». Il 43enne ha passato la notte al pronto soccorso e ieri mattina le sue condizioni sono peggiorate tanto che un malore gli è stato fatale.
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Corriere Adriatico