Addio al ristoratore e barman Simoncini, stroncato da un male a 44 anni

Addio al ristoratore e barman Simoncini, stroncato da un male a 44 anni
MACERATA - Si è spento il sorriso di Enrico Simoncini, maceratese di 44 anni. Se ne è andato ieri in una stanza dell’Hospice di Montecassiano. Lascia la...

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MACERATA - Si è spento il sorriso di Enrico Simoncini, maceratese di 44 anni. Se ne è andato ieri in una stanza dell’Hospice di Montecassiano. Lascia la moglie, i due figli e la madre Anna. I funerali si svolgeranno oggi alle 16 nella chiesa di Santa Croce. 

 
 
Una tragedia infinita, il dolore per un affetto spezzato, una famiglia che vede cancellato un punto di riferimento, una città che vede riproporsi immagini di una lunga storia di famiglia fatta sì di persone che hanno dato tanto in termini di impegno professionale ed attenzione al sociale ma che hanno visto troncato da un male incurabile il progetto di vita per se stessi, per i figli, per le tante persone con cui sono entrate in contatto ed alle quali hanno lasciato qualcosa di profondo e di duraturo. Enrico Simoncini era uno di quelli che hanno la professionalità come tratto distintivo dell’essere: amore per il lavoro e profonda attenzione per il territorio, sia nelle vesti di sommelier che di barman così come di ristoratore nella (purtroppo) breve stagione del “Di vino e di pesce” in vicolo Ferrari nel cuore del centro storico di Macerata. Ti proponeva, sempre con il sorriso, un vino, per esempio il Verdicchio di Matelica e ti spiegava – se capiva che eri d’accordo – chi, come e dove otteneva quel risultato. Ti proponeva i moscioli di Portonovo e ti raccontava da chi era andato a prenderli, ovviamente all’alba, ovviamente dello stesso giorno. E ti spiegava la tipicità delle cozze di Portonovo. Il sorriso di Enrico si è spento e nei ricordi di chi è rimasto restano accesi i ricordi. Lo stesso sorriso che è stato del padre Franco - tra i fondatori del bar Mercurio e del caffè Simoncini (ora tornato Venanzetti) – e del fratello Marco, entrambi morti, il padre poco dopo il figlio, per un male incurabile. 
 

Se può essere un modo di aprire comunque le porte alla speranza, pur in presenza di una tragedia infinita, si può ricordare uno dei passaggi della lettera dell’avvocato Domenico Valori letta ai funerali di Marco Simoncini: «Nonostante la giovane età, ha vissuto una vita piena e densa di affetto». Altre parole, quelle di un giovanissimo Mirko, sempre allora, dedicate a chi rimane: «La speme s’addormenta ora/ma non muore/e se l’inverno arriva/aspettiamo primavera».
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Corriere Adriatico