Il colosso del dolce Loacker sbarca nel Maceratese: ecco il progetto per la coltivazione di nocciole doc

Le nocciole potranno essere una risorse per l'agricoltura locale
MACERATA - Le Marche sono pronte a sperimentare la coltivazione del nocciolo con un progetto di filiera che coinvolge agricoltori e Loacker, la celebre azienda altoatesina tra i...

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MACERATA - Le Marche sono pronte a sperimentare la coltivazione del nocciolo con un progetto di filiera che coinvolge agricoltori e Loacker, la celebre azienda altoatesina tra i leader mondiali del settore dolciario. L’obiettivo è produrre nocciole di qualità e 100% italiane attraverso un’agricoltura di qualità ed etica e una giusta remunerazione per le aziende agricole. 


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Oggi nella regione Marche ci sono appena venti ettari di noccioleti, concentrati nella provincia di Pesaro Urbino, per una produzione di circa 250 quintali. Con il progetto si vuol aumentare questo tipo di coltura in altre zone delle Marche. I dettagli dell’iniziativa sono stati illustrati ieri pomeriggio alla sala verde di Abbadia di Fiastra di Tolentino nel corso del convegno “La nocciola nelle Marche - Prospettive di sviluppo di un settore in continua evoluzione”, organizzato da Coldiretti Marche.
«Il progetto – afferma Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – è nato già in altri territori italiani, da una collaborazione e condivisione di intenti tra Coldiretti e l’azienda Loacker con la volontà di diversificare quelle che sono le opportunità economiche per i nostri agricoltori e imprenditori agricoli sul territorio. La nocciola è un prodotto molto importante nel mercato non solo nazionale, in termini di consumi e produzione, ma anche internazionale. L’Italia è il primo paese in Europa produttore di nocciole. Siamo tutti consapevoli che la coltura del nocciolo non è adatta a tutti i tipi di terreno e zone presenti nei nostri territori. Nelle Marche abbiamo individuato circa un centinaio di ettari distribuiti su tutta la regione dopo aver fatto un percorso preliminare di analisi di terreni per valutare le condizione pedoclimatiche e agronomiche degli appezzamenti per valutare la fattibilità dell’investimento e quindi della piantagione della nocciola».
Il presidente Maria Letizia Gardoni aggiunge che le zone adatte a tale tipo di cultura sono state individuate in alcune località della provincia di Macerata e nell’anconetano, in particolare nel territorio del comprensorio di Jesi. Per ora sono nove le aziende agricole interessate al progetto per un totale di undici appezzamenti di terreno.

«Partiremo ora - dice il presidente Gardoni - con 23 ettari di terreni con un impianto estensivo, circa 400 piante per ettaro». Nel corso del convegno sono state sottolineate le opportunità per gli imprenditori agricoli con l’avvio di tale progetto per diversificare le loro produzioni. Oltre al presidente di Coldiretti Marche, sono intervenuti Felix Niedermayer, direttore tecnico Loacker, e Gianfranco Olivieri, presidente di Copernocciole che ha portato l’esperienza del progetto nel Lazio. Tra i relatori anche Stefano Leporati dell’area economica Coldiretti nazionale, Giorgio Gaddoni responsabile centri assistenza agricola di Coldiretti Marche. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico