Macerata, lavoratori in nero e clandestini, scattano i sigilli per un autolavaggio

Macerata, lavoratori in nero e clandestini, scattano i sigilli per un autolavaggio
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MACERATA - I carabinieri proseguono nella costante attività di contrasto del fenomeno dello sfruttamento del lavoro nella provincia di Macerata. In questo contesto è stato effettuato il sequestro preventivo di un’azienda di autolavaggio e sono stati identificati due lavoratori in nero e uno senza permesso di soggiorno.


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Su richiesta del Procuratore della Repubblica Giovanni Giorgio e a seguito delle indagini condotte dal Sostituto procuratore Buccini che concordava con le risultanze investigative del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Macerata e Stazione Carabinieri Forestali di Macerata, coadiuvati da personale della locale Compagnia, hanno provveduto al sequestro di un autolavaggio nella zona industriale di Macerata, gestito da un cittadino egiziano.
 
Nello specifico, da qualche giorno i Carabinieri del Nil, monitoravano i lavoratori impiegati, in particolare i lavoratori che a chiusura del lavaggio non uscivano dallo stesso, tanto da far desumere che all’interno fosse stato ricavato un alloggio. Mercoledì i militari hanno proceduto ad accesso ispettivo. A seguito del controllo sono emersi la presenza di due lavoratori privi di qualsiasi forma di regolarizzazione contrattuale, di cui uno di essi risultato sprovvisto di permesso di soggiorno, la completa assenza della normativa obbligatoria in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, (risultata del tutto assente) nello specifico non era stato elaborato un documento di valutazione dei rischi, fornita informazione e formazione dei lavoratori nonché garantita la sorveglianza sanitaria per gli stessi, l’impiego dei lavoratori privi di dispositivi di protezione individuale generici e specifici anti contagio covid-19, che ha determinato il provvedimento di chiusura per 5 giorni.


Infine è stata rilevata anche l’abusiva destinazione d’uso di immobile commerciale, infatti il gestore del lavaggio aveva ricavato un vano in cartongesso, adibendolo a dormitorio dove all’interno vivevano i lavoratori, in pessime condizioni igienico sanitarie. Sono emerse numerose violazioni dei diritti dei lavoratori: in particolare, sono stati impiegati in pessime e degradanti condizioni di lavoro, caratterizzate da retribuzioni non conformi a quanto effettivamente svolto, senza concedergli il riposo settimanale, nonché con l’esecuzione di prestazioni lavorative articolate su 7 giorni alla settimana dalle ore 8 alle ore 20 senza aver mai percepito alcuna retribuzione. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico