Ai Giardini Diaz una targa per Pamela a tre anni dalla morte. La famiglia: «Serva da monito per tutti»

La cerimonia
MACERATA - Una targa ai Giardini Diaz voluta dall’amministrazione comunale per ricordare Pamela Mastropietro in occasione della ricorrenza del terzo anniversario dalla morte...

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MACERATA - Una targa ai Giardini Diaz voluta dall’amministrazione comunale per ricordare Pamela Mastropietro in occasione della ricorrenza del terzo anniversario dalla morte della 18enne. Ieri la cerimonia di inaugurazione alla presenza del sindaco Sandro Parcaroli, del vice Francesca D’Alessandro, degli assessori, del vescovo Nazzareno Marconi, del prefetto Flavio Ferdani. Collegati, in videochiamata da Roma, i familiari di Pamela che hanno condiviso l’iniziativa del Comune.

 

 

«Ringrazio tutti voi per iniziative come queste che ricordano nostra figlia - ha detto Alessandra Verni, la mamma della ragazza -. A causa del divieto di spostamento tra regioni non potevamo essere presenti a Macerata ma siamo molto legati a questa città e speriamo di tornare lì il prima possibile». Dopo l’intervento e la benedizione del vescovo Marconi si è proceduto con la scopertura della targa e con gli interventi del sindaco e del vicesindaco.


«La città di Macerata è stata protagonista, suo malgrado, di questa vicenda di sofferenza e di violenza e ha subìto delle forti lacerazioni – ha detto il sindaco Sandro Parcaroli -. Oggi, a distanza di tre anni, la volontà non è affatto quella di dimenticare ma di far sì che quanto accaduto il 30 gennaio del 2018 rappresenti un monito per una forte presa di coscienza» ha concluso il sindaco Parcaroli. Sempre ieri a Roma, in memoria di Pamela, è stato piantato un ciliegio a Re, quartiere dove è nata e cresciuta la ragazza. Alla cerimonia hanno partecipato mamma Alessandra Verni e la sindaca Virginia Raggi. «Anche con questi gesti manteniamo vivo il ricordo», ha detto quest’ultima. I familiari della ragazza romana hanno poi pubblicato su Fb un messaggio: «Gennaio 2018. Ieri ti allontanavi da quella comunità dove eri ricoverata, sola, senza soldi, senza telefono. Con una patologia psichiatrica che ti divorava dentro, e che ti ha spinto verso il tuo tragico destino. Dicono, loro, che non ti potevano fermare. Oggi, già a quest’ora, incontravi quello che sarebbe stato il tuo carnefice. La tua storia ha scosso il mondo. Oggi a Macerata ti dedicheranno una targa. A Roma un albero. Serva tutto ciò da monito. Per tutti. Sappiamo che la tua anima sta con Dio, dopo aver incontrato, in quei due giorni maledetti, solo demoni».

 

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Corriere Adriatico