OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
MACERATA Pamela Mastropietro, Macerata non dimentica: un momento di riflessione e preghiera per la 18enne uccisa e fatta a pezzi il 30 gennaio 2018, nel sesto anniversario della morte. La breve cerimonia, voluta dall'amministrazione comunale, si è tenuta ai Giardini Diaz, dove tre anni fa è stata installata una targa in memoria della ragazza. Presenti oltre al sindaco Sandro Parcaroli la quasi totalità della giunta, diversi consiglieri comunali, il vescovo Nazzareno Marconi, il prefetto Isabella Fusiello, tutti i vertici delle forze dell’ordine, il rettore di Unimc John McCourt e diversi cittadini. Assente la famiglia di Pamela impegnata in un’analoga cerimonia tenutasi a Roma.
L’anniversario
«In occasione del sesto anniversario della morte di Pamela Mastropietro Macerata ricorda un fatto orribile e tragico -ha ribadito il sindaco Sandro Parcaroli- che ha scosso le coscienze dell’intera comunità.
Per l'omicidio di Pamela il nigeriano Innocent Oseghale sta scontando l'ergastolo. «Io credo che sia importante la memoria -ha sottolineato il vescovo Nazzareno Marconi- non per mantenere la rabbia ma per incoraggiare al cambiamento. Gli errori del passato ci devono insegnare che non è giusto mai essere indifferenti davanti alla sofferenza. Ciò che a me colpisce di più della storia di Pamela è che questa figliola si è mossa nell’indifferenza e per questo qualcuno ha potuto approfittare di lei. Stare attenti a chi ci sta vicino e vedere che se qualcuno soffre, qualcuno si trova in difficoltà, forse possiamo fare qualcosa per aiutarlo. Le forze dell’ordine a Macerata svolgono un bellissimo lavoro: se vedi che qualcuno sta male farlo presente a chi può fare qualcosa è già un grande atto di civiltà». Il prefetto Isabella Fusiello ha sottolineato come «si è trattato di un omicidio commesso con una tale violenza ed efferatezza ed è chiaro che sia le istituzioni che la stessa comunità dove questo delitto è avvenuto si interroghino su cosa non è stato fatto perché ciò potesse non accadere».
Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico