La minaccia: «Farai la fine di Pamela». Ghanese di 30 anni rinviato a giudizio

Il tribunale di Macerata
MACERATA - «Ti faccio fare la fine di Pamela». Poi pugni e schiaffi sia quando erano in casa sia quando erano in strada. Ieri mattina il giudice dell’udienza...

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MACERATA - «Ti faccio fare la fine di Pamela». Poi pugni e schiaffi sia quando erano in casa sia quando erano in strada. Ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare Claudio Bonifazi ha rinviato a giudizio un ghanese di 30 anni per i reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate.

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Le violenze sarebbero avvenute nel periodo compreso tra il 2017 circa fino a giugno del 2019, la vittima è la compagna dell’extracomunitario, una maceratese di qualche anno più giovane con cui il trentenne aveva avuto una relazione e con cui aveva convissuto. In base a quanto denunciato all’epoca dalla giovane, il ghanese in più occasioni, quando era sotto effetto di alcol o di sostanze stupefacenti, l’avrebbe aggredita sia verbalmente sia fisicamente. E un giorno quella frase, «Ti faccio fare la fine di Pamela», l’aveva gelata. 
Il compagno gliel’aveva detto qualche tempo dopo l’uccisione (avvenuta il 30 gennaio del 2018) di Pamela Mastropietro, la 18enne romana scappata dalla Pars di Corridonia e arrivata a Macerata dove nell’abitazione del nigeriano Innocent Oseghale era stata violentata, uccisa e poi fatta a pezzi dall’extracomunitario (condannato all’ergastolo con sentenza confermata in Appello). 


L’uomo aveva poi messo i resti della ragazza in due trolley che aveva abbandonato sul ciglio della strada a Casette Verdini di Pollenza. A giugno del 2019 la compagna del ghanese aveva raccontato di essere stata picchiata con pugni e schiaffi più volte anche mentre erano in strada, una volta lui le aveva stretto la testa tra le ginocchia e l’aveva colpita al volto con pugni e testate. Per due volte la giovane era finita al pronto soccorso. Le sue accuse avevano portato all’apertura di un procedimento a carico del compagno e ieri per l’uomo si è celebrata l’udienza preliminare dinanzi al gup Claudio Bonifazi e al pubblico ministero Enrico Riccioni. Difeso dall’avvocato Vanni Vecchioli, il ghanese non ha richiesto di accedere a riti alternativi ed è stato rinviato a giudizio. Il processo a suo carico si aprirà il prossimo 17 marzo. La giovane nel frattempo ha rimesso la querela, i due infatti si sarebbero rappacificati, ma il procedimento va avanti perché i reati sono procedibili d’ufficio.

 

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Corriere Adriatico