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«Ho convocato l’assemblea per il prossimo 27 febbraio alle 17.30 - dice il presidente di Aato 3, Alessandro Gentilucci - sto lavorando allo schema da presentare ai sindaci con i passi da fare per arrivare al gestore unico e garantire ai cittadini una efficienza totalmente pubblica.
Parla di soluzioni prossime anche il sindaco di Macerata, presidente della Provincia, Sandro Parcaroli «Stiamo lavorando per trovare una soluzione. La strada da percorrere è quella di una società consortile, mi pare che su questo ci sia un percorso già tracciato. Sono convinto che si riuscirà a raggiungere l’obiettivo e comunque sono personalmente impegnato su questo fronte». I sindaci hanno infatti dato un mandato chiaro al presidente Gentilucci: quello di far restare pubblica la risorsa idrica. «A livello politico - dice il primo cittadino di Civitanova, Fabrizio Ciarapica - vedo sintonia da parte dei soci per evitare che la gestione diventi privata. Se entro il 2024 non c’è un gestore unico si andrà a gara e il servizio verrà affidato a un soggetto pubblico o privato che partecipa alla manifestazione di interesse. Negli ultimi mesi sembra sia stato raggiunto un equilibrio tra i sindaci». L’obiettivo è dunque quello di recuperare il tempo perso: questa è ormai l’unica realtà in Italia con ben sei gestori (Assem, Assm, Apm, Astea, Atac e Acquambiente Marche).
Il sindaco di Recanati
Proprio l’elevato numero di aziende ha rappresentato finora uno degli scogli da superare. «È chiaro - commenta il sindaco di Recanati, Antonio Bravi - che le società più floride temono la fusione con chi è in difficoltà, qualora non venissero stabiliti i giusti criteri di consorzio. Ma pare che la strada per aggirare questo problema sia stata presa. Questa sembrerebbe la soluzione meno impattante, perché di fatto si costituisce una struttura unica che acquisisce l’affidamento, poi l’attività sarà svolta dalle aziende che se ne occupano già ora». E nonostante la soluzione sembra essere oggi dietro l’angolo, c’è voluto comunque del tempo per riconoscerla. «Non essendoci una scadenza immediata - dice Bravi - non si vedeva l’urgenza di mettere in discussione l’attuale organizzazione. Ora invece, con il rischio della manifestazione di interesse, bisogna muoversi. Difficile che qualcuno voglia andare verso una gara, credo che su questo siamo tutti d’accordo».
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