Macerata, i familiari di Pamela: «Negato il sopralluogo ​nella casa del delitto»

I genitori di Pamela
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MACERATA - «Riteniamo doveroso rappresentare a chi ci segue che, in questi giorni, ci è stata rigettata la richiesta di accedere, tramite i nostri consulenti, all’appartamento, ancora sotto sequestro, dove abitava Oseghale. Sopralluogo che avremmo potuto svolgere, finalmente, avendo cognizione di tutta la documentazione processuale, nell’adempimento del mandato difensivo. La motivazione addotta dal magistrato competente è che, avendo già compiuto i rilievi ed i vari accertamenti del caso gli inquirenti, non appariva necessario il nostro sopralluogo». La dichiarazione, diffusa sulla pagina Facebook “La voce di Pamela Mastropietro”, è della famiglia della ragazza romana, uccisa il 30 gennaio 2018 a Macerata. Dopo la chiusura delle indagini e l’inizio della fase processuale in programma il 13 febbraio, la famiglia di Pamela, dunque, sostiene di essersi vista negare l’autorizzazione ad entrare, tramite i propri consulenti, nell’appartamento di Innocent Oseghale, il luogo dove la giovane è stata uccisa e fatta a pezzi. 
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Corriere Adriatico