Va all’esame di teoria della patente con l’auricolare: scoperto il trucco hi-tech, pakistano nei guai

Va all’esame di teoria della patente con l’auricolare: scoperto il trucco hi-tech, pakistano nei guai
MACERATA  - Va a fare l’esame di teoria per prendere la patente. Prima risponde a tutte le domande buttando “a casaccio” le risposte, poi fa la mossa di...

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MACERATA  - Va a fare l’esame di teoria per prendere la patente. Prima risponde a tutte le domande buttando “a casaccio” le risposte, poi fa la mossa di rileggerle, le cambia annuendo come se parlasse con qualcuno e, alla fine, consegna le risposte senza alcun errore. Ma aveva sotto la cuffia il solito auricolare.

 


Nei guai è finito un pakistano. Pensava di farla franca e prendere la patente ma non aveva fatto i conti con l’esperienza degli esaminatori che si accorgono subito quando c’è qualcosa di sospetto. E i casi, ultimamente, non mancano. Nella mattinata di ieri, il pakistano, quasi quarantenne, si è presentato alla Motorizzazione Civile per sostenere l’esame. È arrivato con i candidati di una scuola guida ed era per lui il secondo tentativo. La prima volta aveva fatto ben nove errori. Come di consueto, l’uomo ha chiesto il supporto audio, vale a dire le cuffie, e ha cominciato a rispondere alle domande di teoria. La sensazione era che le stesse buttando a caso, e infatti erano tutte sbagliate.

Prima di consegnare, però, ha riletto le domande e le risposte quasi ad alta voce, annuendo di tanto in tanto mentre andava a posizionare la risposta corretta. Proprio come se parlasse con qualcuno. Alla fine, tutte le risposte erano corrette. E così, vista la situazione, è stato richiesto l’intervento della polizia per un controllo. Sperando che nessuno lo vedesse ha buttato un oggetto nello zaino. E, come spesso avviene in questi casi, sotto alla cuffia il pakistano aveva gli auricolari per farsi aiutare dall’esterno. A quel punto il pakistano è stato condotto negli uffici della Questura. Come sempre, in questi casi, per lui è in arrivo una denuncia. È il secondo episodio in pochi giorni, l’ultimo in realtà di una lunga serie. Il precedente poche settimane fa. 


Un indiano, che non capiva affatto l’italiano, ha chiesto il supporto audio, vale a dire le cuffie, e ha cominciato a rispondere alle domande. Finita la prova, ha chiamato l’esaminatrice. Tutte le risposte erano corrette: praticamente impossibile per uno che non capisce la lingua e non sa parlare italiano. Non è la prima volta che capita e il particolare di non parlare una sola parola in italiano desta ogni volta, per forza di cose, dubbi e perplessità.

 

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Corriere Adriatico