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MACERATA - Bonus in edilizia, rallenta la cessione del credito alle banche. Sconto in fattura e cessione del credito motore della ripartenza del settore negli ultimi due anni, cominciano a incontrare ostacoli che mettono a rischio le aziende, soprattutto le più piccole. Sotto accusa dalle associazioni di categoria è la crescente riluttanza delle banche ad acquisire i crediti, innescata dalla stretta imposta per legge alla cessione del credito dei bonus relativi all’edilizia.
«Poste ha già chiuso questo settore e non riaprirà più - afferma Carlo Resparambia presidente di Ance Macerata - su Cdp c’è un grosso punto interrogativo ma molte banche non intendono procedere ad apertura di nuove posizioni per imprese che hanno crediti da sconto in fattura da recuperare. I contratti che sono già in essere verranno mantenuti dagli istituti di credito ma nuove posizioni difficilmente saranno aperte alle imprese. Visto anche lo scetticismo del governo sui vari bonus edilizi in chiave futura. Per le aziende quindi lo sconto in fattura con cessione del credito è destinato a terminare: se poi il cliente riesce ad avere canali per la cessione del credito noi faremo i lavori ma non possiamo più prenderlo noi perché poi non si riesce a monetizzare. Le nostre imprese su questo versante si fermeranno, non firmeremo più contratti con lo sconto in fattura».
Ciò provocherà ricadute notevoli sui cantieri e sulle possibilità dell’intero settore edilizio come conferma Stefano Foresi responsabile edilizia di Confartigianato Imprese Macerata, Ascoli e Fermo. «Sbloccare la cessione dei crediti alle banche è l’emergenza immediata per le nostre aziende - dice -.
Il meccanismo della cessione del credito per i bonus è vitale per tutte le imprese, ma in particolar modo per le piccole aziende dell’edilizia, che altrimenti non riuscirebbero a incassare il credito d’imposta acquisito dal cliente. Questo perché le banche cominciano a patire difficoltà di assorbimento dei crediti e cominciano a disimpegnarsi. Alcune non acquistano più crediti, altre ne accettano ma solo per i propri clienti, altre ancora solo crediti che rientrano in determinati parametri per tipologia di lavori.
«Questo comporta il rallentamento della sottoscrizione dei contratti e chiusura delle contabilità dei vari cantieri - conferma Alessio Cipollari della Cna provinciale - perché non riusciamo a prendere decisioni coi proprietari delle case in quanto le banche a volte ritrattano anche accordi preliminari raggiunti sulla cessione del credito. Sono tanti i crediti che le aziende non riescono a scaricare e ciò comporta che oggi l’impresa è costretta a scegliere i lavori, alcuni con la cessione del credito ed altri senza per non trovarsi in affanno. Purtroppo bisogna scegliere sia il cliente che le modalità con cui fare il pagamento. Si arriva a rinunciare al lavoro se il cliente ti chiede solo lo sconto in fattura. Le difficoltà di scaricare lo sconto in fattura sulle banche crea complicazioni anche nel pagamento dei subappaltatori che si cerca di tutelare, ma non so fino a che punto ci si riuscirà. Parliamo di centinaia di migliaia di euro che ogni impresa deve incassare e che non riesce ad avere. E tante banche hanno bloccato tutto, questo è un problema serio che rischia di fermare l’intero settore edilizio».
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Corriere Adriatico