MACERATA Tutto pronto la serata inaugurale della 56esima edizione del Macerata Opera Festival 2020 targato #biancocoraggio. Sul palco andrà in scena il Don Giovanni di...
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Le misure precauzionali riguarderanno anche il pubblico, ammesso con numeri molto ridotti. Da giorni i biglietti per stasera sono sold out. «Le norme sul distanziamento in palcoscenico? Le rispettiamo senza transigere – ha sottolineato il regista Livermore –: due metri se si è senza la mascherina, uno se con la mascherina. Contatti fisici, incontri e scontri pretesi dall’intreccio saranno risolti attraverso la regìa che continua imperterrita e contro ogni impedimento a raccontare una storia. L’opera lirica del resto è un mondo incentrato sulle convenzioni: tutto sta a renderle credibili». Un’altra punta di diamante di questa edizione è rappresentata dal muro che chiude il palcoscenico dello Sferisterio, lungo all’incirca 100 metri, il quale per il 2020 non sarà un semplice muro bensì un maxischermo per le proiezioni che caratterizzeranno l’allestimento scenico. Merito dello stesso Livermore con D-Work e il light designer Antonio Castro. «Le proiezioni non sono uno strumento ch’io ami particolarmente in sé e per sé – continua il regista – Qui però, in assenza di una scenografia, il muro, tutto il muro diventa un immenso schermo onirico vòlto ad ambientare e trasfigurare il mito. I video evocano e alludono: quando l’azione s’interrompe e si coagula in un pezzo chiuso, allora le immagini proiettate illustrano pensieri riposti ovvero avvenimenti accaduti prima del racconto in atto oppure fuori scena». Lanzillotta ha poi proseguito soffermandosi su alcuni aspetti chiave dell’opera, in particolar modo sotto il profilo musicale: «Nel teatro di Mozart e Da Ponte ogni verso è strettamente correlato alla musica. Preparando un’esecuzione all’aperto, occorre sottolineare gli effetti e tralasciare le finezze di fraseggio e di dinamica. Anche a prescindere dal fatto che quest’anno, a causa dello spazio che la legge impone di garantire a ciascuno degli strumentisti, potrò contare solo su dieci violini primi invece dei consueti quattordici, quando ci si trasferisce all’esterno tempi e sonorità vanno ripensati, e non è esclusivamente un problema di organico e di disposizione orchestrale. L’opera sarà eseguita nella sua integralità, ivi inclusi i brani aggiunti per la ripresa a Vienna del 1788, sette mesi dopo la prima di Praga». Non mancano gli eventi collaterali previsti per oggi: già dalle 12, presso il giardino dell’ex Asilo Ricci, partono gli “Aperitivi culturali” organizzati da Cinzia Maroni dell’Associazione Sferisterio Cultura, con il giornalista Enrico Girardi che parlerà di Don Giovanni; mentre alle 18 il testimonial del festival, Giancarlo De Cataldo, scrittore e magistrato, dialogherà insieme al giornalista Alberto Mattioli, e nel frattempo, ma in piazza Vittorio Veneto, Valerio Calzolaio presenterà l’ultimo libro “Io sono il castigo” . Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico