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MACERATA - Si blindano le case di riposo e le residenze sanitarie assistenziali per gli anziani; con l’aumento di contagi i direttori delle strutture hanno deciso di chiudere l’ingresso ai visitatori per evitare il ripetersi di situazioni come quelle verificatesi a inizio marzo.
Dal 13 ottobre niente più visite alla casa di riposo di Cingoli, la prima struttura che nel Maceratese, a marzo, aveva fatto registrare un focolaio di Covid-19; lì persero la vita nove ospiti. Qualsiasi cosa si vuol far recapitare ai degenti va lasciata sempre nel rispetto del protocollo anticontagio, all’ingresso della struttura e poi sarà il personale a consegnarla all’interessato.
Il Comune ha adottato un’indicazione dell Asp 9 di Jesi, azienda pubblica che ha l’appalto della gestione della residenza. È stata quindi modificata la decisione che era stata presa dal sindaco Michele Vittori (con il consenso del coordinatore sanitario, il dottore Luigi Ippoliti) nella ultima settimana di agosto con l’apertura alle visite nel giardino della struttura sotto l’attenta vigilanza di due volontari della locale Croce Rossa.
«Non cambiano insomma le cose perché qualcuno ci ha detto di farlo assumendosi la responsabilità ma lo facciamo noi utilizzando la prudenza, il buonsenso e la maggiore attenzione possibile – ha detto Prioglio -. Noi abbiamo pensato di monitorare situazione per situazione condividendo con i sindaci dei comuni le decisioni; al momento, a Mogliano, la struttura è stata chiusa alle visite esterne e in altri comuni lo stiamo valutando consapevoli del fatto che chiudere ora significherà riaprire a maggio. Ricordiamo che tutto si gioca sulla professionalità dei nostri collaboratori che ogni giorno sono a stretto contatto con gli ospiti per un tempo prolungato». Chiuse le visite anche alla casa di cura Marchetti di Macerata. «Giovedì 15, alle ore 12, abbiamo preso la decisione di chiudere gli accessi – ha riferito il direttore sanitario Piero Ciccarelli -. La settimana precedente avevamo deciso di ridurle ma visto l’aumento dei contagi e il nuovo Dpcm abbiamo deciso di evitare che ci siano dei rischi anche considerando il fatto che i nostri pazienti – che vengono monitorati costantemente – sono molto fragili».
«Abbiamo chiuso le visite alla casa di riposo da almeno una ventina di giorni – ha riferito il sindaco di Corridonia Paolo Cartechini in merito alla struttura comunale -. Abbiamo scelto questa linea per precauzione e ugualmente i sei posti ancor disponibili per i pazienti al momento rimangono vuoti perché sono fermi anche gli ingressi degli ospiti». Nella casa di riposo di Recanati «al momento le visite continuano in un ambiente dedicato – al quale si accede senza passare per la struttura – che è appositamente gestito con plexiglass e tutte le misure anticontagio. Alla Rsa invece le visite non sono consentite» ha riferito il sindaco della città leopardiana Antonio Bravi. Insomma una situazione a macchia di leopardo sul territorio anche se i timori aumentano un po’ ovunque e si valuta volta per volta e giorno per giorno come comportarsi vista l’emergenza sanitaria in atto. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico