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MACERATA Un inverno caldo - ma non per le temperature - quello che si prospetta sulle cime Maceratesi. I gestori degli impianti sciistici sono fortemente preoccupati per il caro energia e il caro gasolio che incideranno fortemente sulla stagione invernale. Un settore che negli ultimi due anni aveva già sofferto per il Covid, costretto a subire la beffa della chiusura in un momento in cui la neve non si era fatta desiderare. E proprio quest’anno, in vista di una stagione che avrebbe potuto segnare il ritorno alla normalità, si trova a fare i conti con lo spauracchio degli aumenti. E se la neve non dovesse esserci, la situazione sarebbe pure peggiore per via dei costi legati all’innevamento artificiale.
Ma i gestori non ci stanno e vogliono tentare insieme il tutto per tutto chiedendo un sostegno almeno per le realtà fortemente energivore come quelle degli impianti sciistici. «È importante che il Governo e la Regione intervengano - dice Francesco Cangiotti, rappresentante regionale di Federfuni e gestore degli impianti di Bolognola e Frontignano -. Gli aumenti devono essere contenuti, magari eliminando le accise o con un prezzo bloccato delle tariffe solo per le aziende più a rischio.
I numeri della crisi
Ma veniamo ai numeri. In montagna la spesa energetica incide ormai per oltre il 30 per cento sul fatturato delle società che gestiscono gli impianti, mentre prima oscillava tra l’8 e il 15 per cento secondo i dati che arrivano dall’associazione nazionale esercenti funiviari. E se per le altre realtà sciistiche, tra le maggiori spese c’è quella dell’innevamento artificiale con i cannoni sparaneve, per la provincia di Macerata questo dato incide - sul consumo totale - di circa il 15-20 per cento. Senza trascurare però anche l’energia necessaria per le seggiovie, i tappeti, e gli skilift. E il gasolio per i mezzi utilizzati a preparare le piste. Tutte spese destinate a raddoppiare se non triplicare in vista della prossima stagione invernale. «Tra Bolognola e Frontignano spendevamo circa 50mila euro a stagione - dice Cangiotti - ora abbiamo ipotizzato un raddoppio». La cifra potrebbe quindi raggiungere i 100mila euro, ma si temono anche picchi maggiori. «Speriamo nell’innevamento naturale così da non dover utilizzare spesso i cannoni. Sicuramente ci saranno delle perdite, lo abbiamo messo in conto. Ma la scelta è quella di non aumentare gli skipass».
Se infatti da un lato gli impianti Maceratesi dovranno fare i conti con gli stessi rincari subiti nell’intero Paese, dall’altro potrebbero essere favoriti sul profilo delle presenze. In campo nazionale ci si aspetta infatti un calo delle famiglie che hanno in programma la settimana bianca nelle zone più gettonate, in favore delle località più vicine a casa. «Abbiamo deciso di non aumentare i prezzi per cercare di spingere la clientela locale a scegliere le nostre località e confidando così in un aumento di presenze. Per limitare i consumi poi valuteremo se chiudere durante la settimana in caso di minori presenze». È della stessa linea Silipo che ammette di non aver ancora stabilito un budget per ammortizzare l’aumento dei costi. Il nostro impegno è quello di mettere in funzione gli impianti in tutto il periodo in cui la stagione lo consentirà, ma c’è bisogno di un intervento da parte delle istituzioni. L’energia rappresenta la parte maggiore della spesa. Cercheremo di non aumentare gli skipass per non pesare sugli utenti».
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Corriere Adriatico