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MACERATA Da anziani si torna sempre un po’ bambini. O, forse, quello spirito in realtà non si perde mai. Lo dimostrano le lettere che i nonnini delle case di riposo di Macerata, Matelica, Camerino e Gagliole hanno scritto a Babbo Natale. Anzi - per effetto dei ruoli capovolti - ai Nipoti di Babbo Natale.
Si chiama proprio così l’associazione di Guanzate (Como) a cui si sono rivolte le quattro strutture della provincia (sette in totale in tutta la regione) per far trascorrere un Natale speciale agli anziani ospiti. Come? I nonnini hanno espresso un desiderio, gli operatori delle case di riposo li hanno inviati all’associazione dei Nipoti di Babbo Natale e così si sono presentati donatori da tutta Italia per non deludere le richieste degli anziani.
«Alcuni doni sono già stati consegnati - dice Cimarossa - altri lo saranno a breve». Ma a sorprendere è la provenienza dei regali: la Lapponia sarebbe stata davvero distante, ma i Nipoti di Babbo Natale per i nonnini di Matelica arrivano da tutta Italia. «Tranne un donatore anonimo di Matelica, gli altri sono di Venezia, Milano, Roma, Rovigo, Bari, Udine. È per questo che alcuni sono riusciti a consegnare i doni di persona, mentre altri li hanno fatti recapitare per posta e il momento della consegna è stato accompagnato da una video chiamata». Un modo per far sentire gli anziani meno soli, ma anche per tenere vivo in loro lo spirito delle feste. «Enrico - racconta Cimarossa - non ha più nessuno, noi siamo i pochi affetti rimasti ed è stato il primo ricevere le scarpe desiderate».
E stando all’età dei donatori, pare che il nome Nipoti di Babbo Natale non sia stato scelto a caso. «L’età media di chi ha deciso di donare un momento di gioia agli ospiti è di circa 25 anni. L’altro giorno Lihn, una giovane vietnamita che studia a Udine, ha donato tre Gratta e vinci ad Anna Maria; un’altra ragazza, terminata la lezione all’università, è corsa a casa per la video chiamata con Rosemary a cui ha donato due punti luce». E se allora c’è ancora qualcuno che si interroga sul senso del Natale o sull’età in cui si smette di credere a quell’uomo buono vestito di rosso, la risposta quest’anno può arrivare proprio da chi non ha mai smesso di farlo.
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Corriere Adriatico