Laviano contro Fedez per lo smalto: «Mio figlio lo spedirei fuori casa». Il cantante replica su Instagram

Laviano (Lega) contro Fedez per lo smalto

La mano smaltata di Fedez
MACERATA - «Se dovessi vedere mio figlio con lo smalto, a parte che penserei subito a un cambio di persona, ma subito dopo lo spedirei fuori casa.... Anni fa il cerchietto,...

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MACERATA - «Se dovessi vedere mio figlio con lo smalto, a parte che penserei subito a un cambio di persona, ma subito dopo lo spedirei fuori casa.... Anni fa il cerchietto, ora lo smalto, ma questi uomini le palle le hanno perse?». Così Laura Laviano, assessore leghista allo Sviluppo economico, si è espressa in un post su Facebook commentando il lancio da parte di Fedez, noto cantante e influencer, di una linea di smalti per unghie.

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Ed è subito scoppiata una bufera politica con la sinistra all’attacco. Non solo. Nel giro di pochi minuti la notizia è arrivata anche alle orecchie dello stesso Fedez e la risposta dell’artista, marito dell’influencer Chiara Ferragni, non si è fatta attendere. Su Instagram si è divertito a cercare informazioni su di lei e a condividere la sua risposta con una storia. «Mi spiace per il figlio, più che altro», ha esordito il cantante commentando il post di Laviano, per poi continuare: «Facciamo un gioco, indovina il partito», mostrando il commento dell’assessore. Fedez ha poi postato la foto del curriculum politico, cerchiando in rosso “Lega Salvini” e scrivendo «bravi avete vinto un poster di Pillon che fa il culturista». Alla fine, un brevissimo video, nel quale viene sempre inquadrata la sua mano, con uno smalto giallo e rosso: «E’ incredibile come un semplice smalto riesca a stanare gente come questa - commenta il cantante -. Che poi non capisco cosa li mandi in tilt di uno smalto, è uno smalto! Poi guarda – e qui mostra il dito medio smaltato - è bellissimo, è fantastico». Ma la bufera si è presto trasferita anche sul piano politico.

 

A condannare il post di Laviano sono stati Michele Verolo e Serena Cavalletti di Sinistra Italiana, i primi ad accorgersi del commento sui social dell’esponente leghista: «Laura Laviano, esponente di un partito che considera il rispetto un limite alla libertà di espressione, reputa uno smalto ragione sufficiente per l’allontanamento di un ragazzo dall’ambiente familiare. Dopo la recente esperienza dolorosa di Malika, cacciata dalla famiglia perché lesbica, ci sentiamo di considerare le affermazioni di Laviano, a commento di un post su fb, alquanto preoccupanti e gravi - scrivono i due militanti di Si Macerata -. Un’esponente politica non può avallare una condotta che invece di combattere lo stereotipo di genere, che sappiamo essere causa dell’intolleranza generalizzata alla differenza, lo rinforza. Le parole sono uno strumento cognitivo, costruiscono il pensiero e la realtà, quando provengono da una persona con incarichi nell’amministrazione della cosa pubblica ci aspettiamo un po’ di attenzione e sensibilità, non le solite opinione da salotto, non la ruota libera, il fiato alle trombe, che non è altro che espressione di una leggerezza pericolosa: quel fomentare gli istinti più bassi della popolazione che genera mostri». «Inappropriato e sconcertante», così Romano Carancini, consigliere regionale del Pd, definisce il commento di Laviano. «Dispiace profondamente – scrive su Facebook Carancini - constatare come gli esponenti della politica di governo maceratese dimostrano di non conoscere il senso dell’adeguatezza, ma soprattutto di ignorare l’enorme, sconfinata responsabilità della parola pubblica. Laviano usa pubblicamente delle parole dure, secche, inequivocabili, che, invece di favorire la reciproca tolleranza, la libertà di espressione personale e la giusta convivenza, fomentano prese di posizione di condanna e di contrarietà. E lo fa sulla piattaforma social che quotidianamente è scenario di tanta parte di vita e tanta parte di relazioni dei nostri figli. Dove risiede il senso di responsabilità dell’assessore Laviano?».

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Corriere Adriatico