Aggressioni e maltrattamenti alla compagna: medico patteggia la pena di due anni

Aggredisce e maltratta la compagna: medico patteggia la pena di due anni
MACERATA  - Aveva aggredito la compagna con pugni e morsi poi, dopo che lei aveva scoperto chat erotiche di lui con una donna cubana, l’aveva umiliata. Ieri mattina un...

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MACERATA  - Aveva aggredito la compagna con pugni e morsi poi, dopo che lei aveva scoperto chat erotiche di lui con una donna cubana, l’aveva umiliata. Ieri mattina un medico ultrasessantenne accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni ha patteggiato la pena di due anni di reclusione, usufruendo della sospensione condizionale subordinata a effettuare un percorso per maltrattanti presso una struttura riconosciuta.

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I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra il 2006 e il 2019, le accuse nei suoi confronti avevano generato due procedimenti distinti che riguardavano episodi avvenuti in periodi diversi e che erano stati successivamente riuniti. La prima denuncia fu fatta dall’allora compagna del professionista ad agosto del 2018, la donna - che si è poi costituita parte civile con l’avvocato Cinzia Molinaro del foro di Ancona – aveva riferito di maltrattamenti subiti a partire dal 2006. Secondo quanto denunciato, il medico, nel corso di 12 anni, in più occasioni l’avrebbe picchiata sferrandole pugni in faccia e sulla schiena anche in presenza dei figli che a quei tempi erano minorenni. In una circostanza, al culmine di una discussione, il professionista avrebbe cercato di strangolarla e ogni volta che lei gli chiedeva la separazione lui l’avrebbe aggredita con ferocia picchiando, in un’occasione, con un pugno al volto anche la figlia.

Dopo la denuncia, per circa un anno non erano più avvenuti episodi di violenza, sembrava che il problema stesse rientrando tanto che i legali del medico Giuseppe Ferrari e Marina Magistrelli, nell’agosto successivo avevano anche avanzato richiesta di patteggiamento concordando una pena di un anno e sei mesi di reclusione con la sospensione condizionale, ma a fine settembre del 2019, ci fu l’ennesima aggressione. La donna riferì all’autorità giudiziaria che il compagno le strinse le mani intorno al collo, le diede un morso sull’avambraccio e le premette con forza le dita sugli occhi per poi minacciarla di morte e umiliarla dopo che lei aveva scoperto la relazione di lui con una donna cubana (aveva trovato chat erotiche con una cubana le cui foto erano state salvate sul computer che usava il figlio minorenne). A seguito delle ulteriori aggressioni, a ottobre di quell’anno il professionista finì agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Ieri dunque il procedimento dinanzi al giudice dell’udienza preliminare Claudio Bonifazi e al pubblico ministero Enrico Barbieri si è chiuso con un patteggiamento a due anni di reclusione, pena sospesa.

 

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Corriere Adriatico